«Giù le mani
dal nostro re»
I monarchici difendono la statua di
Vittorio Emanuele II a Corvetto
È lite sulla statua equestre di Vittorio Emanuele II in piazza
Corvetto. All'affondo dell'Associazione Repubblica di Genova («Via quel
re dalla nostra piazza») replica con parata e contrattacco l'associazione
culturale «Umberto II» («il re non si tocca»).
La nuova querelle tra repubblicani e monarchici nasce da un'iniziativa
dell'Arge. Ieri mattina gli esponenti dell'associazione hanno effettuato
un presidio sotto il monumento dedicato al monarca Savoia chiedendone
addirittura la rimozione. Le motivazioni dello sfratto erano ben
evidenziate in uno striscione innalzato proprio ai piedi della statua
equestre. «Questo re - si leggeva - ha definito i genovesi "vile ed infetta
razza di canaglie" nella lettera inviata al generale La Marmora l'8 aprile 1849.
Chiediamo, civilmente, che venga tolto da questa piazza che appartiene ai
genovesi».
E così una ventina di genovesi (tra i quali il segretario dell'Arge
Vincenzo Matteucci e l'ex consigliere comunale Franco Bampi) hanno
trascorso la loro domenica mattina in piazza Corvetto per convincere i
genovesi dell'incompatibilità «caratteriale» tra il sovrano dell'unità
d'Italia e la città di Genova. Per farlo, oltre allo striscione, hanno
utilizzato volantini distribuiti ai passanti.
Quella di ieri mattina è stata solo la prima di numerose iniziative
che l'Arge ha intenzione di intraprendere. Matteucci, infatti, annuncia
che verranno distribuiti volantini di informativa sulle «verità storiche
ignorate». «L'Arge - afferma con decisione il segretario - sarà sempre
più impegnata affinché si faccia luce su alcuni avvenimenti storici,
rimasti stranamente ed ingiustamente oscuri».
Ma all'attacco dell'Associazione Repubblica di Genova replica con
altrettanta decisione la controparte, in questo caso l'associazione
culturale «Umberto II» che raccoglie numerosi monarchici genovesi. Il
comunicato stampa diramato nell'occasione non lascia spazio a dubbi: è
stata la stessa città di Genova a volere quel monumento in una delle
piazze più care ai suoi abitanti per manifestare la riconoscenza e
l'affetto verso Vittorio Emanuele II. Altro che sfratto!
«I giovani componenti dell'Associazione Culturale Umberto II, che ha
aperto mercoledì scorso la sua attività con un ballo a Palazzo Ducale
alla presenza del Presidente Onorario, Sua Altezza reale la Principessa
Mafalda di Savoia Aosta, si dichiarano disgustati dalle recenti polemiche
inscenate al fine di rimuovere la statua di Re Vittorio Emanuele II in
piazza Corvetto. Ricordiamo che il monumento in questione, come si deduce
dalla scritta sul basamento, fu eretto dagli stessi genovesi riconoscenti
al Padre della Patria per la compiuta unità d'Italia. Pensiamo che questo
possa essere sufficiente ad incutere rispetto e devozione verso la
volontà di chi ci ha preceduto e che, a quanto apre, era molto più ricco
di valori che questi insensibili "urlatori"».
La sfida, dunque, è aperta. da una parte l'Arge che rivendica come
attuali i diritti dell'antica Repubblica di Genova e indica Vittorio
Emanuele II come «nemico» dei genovesi per quella frase giudicata
ingiuriosa scritta un secolo e mezzo fa nella lettera al generale La
Marmora. Dall'altra i monarchici schierati compattamente in difesa del
loro sovrano, il simbolo dell'unità d'Italia sotto lo stemma dei Savoia.
In mezzo il monumento equestre che, ignaro di tanta confusione attorno
alla sua sorte, continua a togliersi il cappello davanti a tutti coloro
che passano da piazza Corvetto.
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