«Giù le mani dal nostro re»
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Corriere Mercantile Lunedì 15 dicembre 1997

«Giù le mani dal nostro re»

I monarchici difendono la statua di Vittorio Emanuele II a Corvetto

È lite sulla statua equestre di Vittorio Emanuele II in piazza Corvetto. All'affondo dell'Associazione Repubblica di Genova («Via quel re dalla nostra piazza») replica con parata e contrattacco l'associazione culturale «Umberto II» («il re non si tocca»).

La nuova querelle tra repubblicani e monarchici nasce da un'iniziativa dell'Arge. Ieri mattina gli esponenti dell'associazione hanno effettuato un presidio sotto il monumento dedicato al monarca Savoia chiedendone addirittura la rimozione. Le motivazioni dello sfratto erano ben evidenziate in uno striscione innalzato proprio ai piedi della statua equestre. «Questo re - si leggeva - ha definito i genovesi "vile ed infetta razza di canaglie" nella lettera inviata al generale La Marmora l'8 aprile 1849. Chiediamo, civilmente, che venga tolto da questa piazza che appartiene ai genovesi».

E così una ventina di genovesi (tra i quali il segretario dell'Arge Vincenzo Matteucci e l'ex consigliere comunale Franco Bampi) hanno trascorso la loro domenica mattina in piazza Corvetto per convincere i genovesi dell'incompatibilità «caratteriale» tra il sovrano dell'unità d'Italia e la città di Genova. Per farlo, oltre allo striscione, hanno utilizzato volantini distribuiti ai passanti.

Quella di ieri mattina è stata solo la prima di numerose iniziative che l'Arge ha intenzione di intraprendere. Matteucci, infatti, annuncia che verranno distribuiti volantini di informativa sulle «verità storiche ignorate». «L'Arge - afferma con decisione il segretario - sarà sempre più impegnata affinché si faccia luce su alcuni avvenimenti storici, rimasti stranamente ed ingiustamente oscuri».

Ma all'attacco dell'Associazione Repubblica di Genova replica con altrettanta decisione la controparte, in questo caso l'associazione culturale «Umberto II» che raccoglie numerosi monarchici genovesi. Il comunicato stampa diramato nell'occasione non lascia spazio a dubbi: è stata la stessa città di Genova a volere quel monumento in una delle piazze più care ai suoi abitanti per manifestare la riconoscenza e l'affetto verso Vittorio Emanuele II. Altro che sfratto!

«I giovani componenti dell'Associazione Culturale Umberto II, che ha aperto mercoledì scorso la sua attività con un ballo a Palazzo Ducale alla presenza del Presidente Onorario, Sua Altezza reale la Principessa Mafalda di Savoia Aosta, si dichiarano disgustati dalle recenti polemiche inscenate al fine di rimuovere la statua di Re Vittorio Emanuele II in piazza Corvetto. Ricordiamo che il monumento in questione, come si deduce dalla scritta sul basamento, fu eretto dagli stessi genovesi riconoscenti al Padre della Patria per la compiuta unità d'Italia. Pensiamo che questo possa essere sufficiente ad incutere rispetto e devozione verso la volontà di chi ci ha preceduto e che, a quanto apre, era molto più ricco di valori che questi insensibili "urlatori"».

La sfida, dunque, è aperta. da una parte l'Arge che rivendica come attuali i diritti dell'antica Repubblica di Genova e indica Vittorio Emanuele II come «nemico» dei genovesi per quella frase giudicata ingiuriosa scritta un secolo e mezzo fa nella lettera al generale La Marmora. Dall'altra i monarchici schierati compattamente in difesa del loro sovrano, il simbolo dell'unità d'Italia sotto lo stemma dei Savoia. In mezzo il monumento equestre che, ignaro di tanta confusione attorno alla sua sorte, continua a togliersi il cappello davanti a tutti coloro che passano da piazza Corvetto.

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