«Via la statua
del re»
Alla gente non piace il monumento a
Vittorio Emanuele
GENOVA
MARCO ROTA E ROBERTA LANFRANCHI
Genovesi «vile e infetta razza di canaglie»? Il pesante insulto
pronunciato dal re Vittorio Emanuele II in occasione dei tumulti
indipendentisti che videro la Superba protagonista nel 1849 non va giù a
molti neppure oggi, a Genova. E neanche va giù che allo stesso re sia da
sempre dedicato un monumento equestre nella centralissima piazza Corvetto:
«Quella statua è una vergogna - dichiara senza mezzi termini Vincenzo
Matteucci, segretario dell'Associazione Repubblica di Genova (Arge) - al
suo posto bisognerebbe collocare una stele per commemorare i civili
genovesi caduti per mano di quel re, ed è per questo che ci batteremo».
E la battaglia dell'Arge, che conta 900 iscritti in continua crescita,
viene accolta con sempre maggior simpatia nel capoluogo ligure. Lo scorso
anno, anche in considerazione dell'annunciato ritorno dei Savoia in
Italia, un gruppo di cittadini appartenenti ad associazioni del Genovesato
aveva manifestato a lungo di fronte al monumento equestre a Vittorio
Emanuele II chiedendone la rimozione.
D'altronde, l'incongruenza di una statua a un sovrano che annegò nel
sangue la spinta indipendentista genovese è stata prontamente segnalata
anche dal gruppo regionale del Carroccio, che ha presentato nei giorni
scorsi una mozione sull'argomento e annuncia molteplici, clamorose
iniziative per onorare i veri martiri della repressione sabauda del '49.
«Purtroppo non rientra nelle competenze della giunta regionale rimuovere la
statua del re ed edificare al suo posto un monumento alle vittime, come la
Lega Nord auspica - ricorda il consigliere Francesco Bruzzone - La Regione
può promuovere, però, celebrazioni e manifestazioni che ricordino degnamente
l'insurrezione di Genova, il coraggio dei civili caduti e la spinta
indipendentista brutalmente repressa. Quella statua è lì solo per ricordare
la brutalità e la violenza con cui venne realizzata l'unità nazionale».
Oltre a pungolare la giunta regionale a celebrare l'anniversario
dell'insurrezione, nel prossimo aprile, la Lega Nord annuncia anche numerose
iniziative per ricordare gli episodi più gloriosi, e meno conosciuti, della
storia di Genova in relazione all'unità nazionale. «Cercheremo di
sensibilizzare la gente - spiega infatti ancora Bruzzone - sull'estraneità
del popolo ligure nei confronti dello stato italiano, uno stato edificato
col ferro e col fuoco».
Dal canto loro, i rappresentanti dell'Arge promettono un'invasione
pacifica del consiglio regionale quando verrà discussa la mozione leghista.
«L'alleanza con la Lega è per noi logica e immediata - commenta Matteucci -
Lotteremo insieme per eliminare una statua che per Genova è simbolo di
violenza e prevaricazione». Alla fine gli unici delusi potrebbero essere i
piccioni, che affollano numerosi il monumento equestre al re sabaudo.
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