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Il Lavoro Giovedì 11 luglio 1996

GRIFONE a coda bassa? Adesso basta davvero, con la disposizione con la quale, il 23 gennaio del 1816, l'insegna municipale veniva stabilita in «croce rossa in campo bianco, collo scudo ornato di Grifoni... sormontato d'una corona comitale»; ma, in segno di sottomissione per la perduta indipendenza della Repubblica di Genova, cancellata dal congresso di Vienna, i due animali fantastici si sono trovati con la coda tra le gambe.

A cercare di rialzare la coda dei Grifoni ci hanno provato in tanti, in epoche diverse; strada facendo si sono avuti degli aggiustamenti (la corona ducale anziché comitale in ricordo del passato splendore, riconosciuta nel 1897), ma insomma, le code sono rimaste basse, anche se non più proprio tra le gambe, ma rivolte verso l'esterno. A rimettere le cose (anzi le code) a posto, ci provò, nel suo mandato di sindaco, Fulvio Cerofolini, ma trovò intoppi ministeriali (ci vuole, infatti, una decisione governativa, per modificare lo stemma di una città: lo stesso Cerofolini propone, oggi, di intervenire sullo statuto del Comune); analoghi, infruttuosi tentativi, furono avviati da Cesare Campart e da Bruno Valenziano per conto della Regione. E infine, alla cerimonia del "Confeugo" del 1994, il sindaco Sansa aveva fatto sua la richiesta del presidente di A Compagna, Giuseppino Roberto, di dare un'accelerata alla pratica: insomma, la rinascita di Genova merita bene una coda ritta. Anzi due. Sono passati quasi due anni e tocca, stavolta, al consigliere del Polo Nord Franco Bampi, ricordare a sindaco e giunta, con una interpellanza, che questa «punizione» storica deve essere cancellata e che ci vuole un impegno presso chi di dovere perché, alla fine, le code dei grifoni siano poste «ben alte e del tutto fuori dalle gambe». Ce la faremo, prima del Duemila?

( d.al.) [Donatella Alfonso]

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