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Il Secolo XIX Domenica 19 dicembre 1999

Il rito e lo stemma

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Lo stemma attuale della città di Genova con i due grifoni che hanno la coda tra le gambe

Lo stemma ottocentesco aveva i due grifoni con le code orgogliosamente ritte

 

Il RITO

Il patto del Confeugo
tra il popolo e il Doge

La cerimonia del Confeugo ha origini medievali. Dettami precisi sull'andamento solenne, vennero decretati nel 1530, quando doge era Andrea Doria (in realtà Andrea Doria non è mai stato doge, ndr). Ogni 23 dicembre, nella sala grande di palazzo Ducale erano invitati proprio il massimo tra i potenti, i rappresentanti del governo e ventotto cittadini, uno per ogni "Albergo". Ai rappresentanti del governo venivano offerti otto bacili di confetture e quattro di arance e ampolle piene di vino. Dodici ceri di cera bianca dovevano essere accesi durante la cerimonia.

LO STEMMA

Il Congresso di Vienna
sancì la grande offesa

Assieme a San Giorgio e a Giano, è uno dei più importanti simboli di Genova. Il grifo, mitica creatura dalle sembianze animali, vive nello stemma dell'antica Repubblica tra alterne vicende. Oggi, si può ancora vedere, ben rappresentato, nella sala del consiglio comunale, a palazzo Tursi, o più semplicemente, in ogni documento emesso dal Comune.

Nel 1814, lo stemma portava due tratti diversi: i due grifoni con la testa in fuori e la coda alzata. Nel 1816, a un anno dal Congresso di Vienna, ecco la decisione di Vittorio Emanuele I: l'atteggiamento del grifo va corretto ponendo la testa all'indietro e la coda tra le gambe. Il significato è di inequivocabile sottommissione.

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