Dubbi sul Risorgimento
Caro presidente Ciampi, Lei esorta Genova a puntare per il 2004 sul
Risorgimento. Mi permetta un paio di domande. Di quale Risorgimento parliamo?
Quello dei centomila trucidati nel Sannio o quello di Mazzini condannato dal re?
Forse del Risorgimento delle stragi di Bava Beccaris e La Marmora o magari dei
giovani mandati al macello sotto la guida di generali incapaci sul campo di
battaglia? Intende forse il Risorgimento dei liberatori che si alleano con gli
oppressori, degli illuminati in manfrina con gli assolutisti o quello dei
plebisciti falsificati? Il Risorgimento di "fatta l'Italia, si facciano
gli italiani" o del "schiava di Roma"?
Lei, egregio presidente di questo popolo così fantasticamente variopinto e
drammaticamente soggiogato all'uniformità, si appella sempre all'unità ma
mai alla fratellanza, forse perché sa bene che l'Italia resta meglio unita
laddove i popoli che la compongono non si sentono fratelli ma uno, anche se
non lo sono.
Mi lasci fare una considerazione, il suo appello a Genova guarda anche
all'Europa, Dio riserbi all'unione dei popoli europei una strada migliore di
quella percorsa dal nostro amato risorgimento.
In conclusione lancio un appello al Sindaco di Genova: faccia conoscere al
mondo cosa accadde a Genova nell'aprile del 1849, come si arrivò a tanto
obbrobrio e soprattutto cosa volle dire per il mondo avere una repubblica
neutralista e democratica come quella genovese.
Filippo Noceti
Genova
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