No al
"parlamentino" ligure
Roma. Il Consiglio dei ministri ha proposto ricorso davanti alla Corte
Costituzionale (...) contro la delibera del Consiglio regionale ligure per
l'istituzione del Parlamento della Liguria. Lo rende noto il ministro per gli
Affari regionali Agazio Loiero.
(...)
Il conflitto di attribuzione, ha riferito ancora Loiero, è stato chiesto dal
governo anche per la delibera 62 del 15 dicembre 2000 del Consiglio regionale della
Liguria che è costituita da due disposizioni. Una di queste, immediatamente
precettiva, prevede «di affiancare, in tutti gli atti dell'assemblea regionale alla
dizione costituzionalmente prevista Consiglio regionale, la dizione Parlamento della
Liguria». Questo cambiamento, rileva una nota del ministero per gli Affari regionali,
è stato ritenuto incostituzionale sia per forma che per sostanza. Negli organi
rappresentativi il nome rispecchia la funzione esercitata. La locuzione "Parlamento"
indica la sovranità di funzioni, mentre il "Consiglio regionale" connota un organo
espressivo di autonomia politica per quanto ampia possa essere. «In conclusione - ha
spiegato il ministro Loiero - la Regione Liguria, appropriandosi di un termine
riservato ad organi sovrani, crea indebitamente una terminologia che identifica natura
e finalità del tutto diverse e previste dalla Costituzione per il Parlamento
nazionale».
R. I.
Biasotti: «Decisione inaccettabile
colpo di coda isterico e ridicolo»
Genova. Sandro Biasotti, presidente della Regione usa toni duri
contro il Consiglio dei Ministri che ha proposto davanti alla Corte
Costituzionale il caso della delibera per l'istituzione del Parlamento
della Liguria.
«È inaccettabile - dice - Con questa decisione, che non mi risulta
sia stata assunta dal governo nei confronti della Toscana, che aveva
deliberato una scelta analoga, siamo alle comiche di uno Stato che, dopo
la discussa legge sul federalismo e la presa in giro della legge quadro
sul turismo, non esita a reagire in maniera isterica e ridicola nei
confronti delle regioni, Liguria in particolare. Quella delibera era stata
votata a larghissima maggioranza, diessini compresi, per dare un senso di
maggiore democrazia ai cittadini dopo l'elezione diretta del presidente
della giunta. Quella democrazia che il governo, in questi suoi ultimi
giorni, sacrifica con simili colpi di coda. Lascio comunque giudicare ai
liguri».
Gianni Plinio, presidente del consiglio regionale ligure, rincara la
dose: «È una atto di estrema e sconcertante gravità, che mina
l'autonomia della Regione. All'indomani del varo della riforma federale il
ministro Loiero cala la maschera e dimostra che il governo rimane
centralista. Il ricorso alla Corte Costituzionale è una atto di arroganza
e protervia che merita una risposta decisa e forte. Per questo chiederò
già dalla prossima riunione, martedì, all'assemblea regionale un
pronunciamento preciso».
Il presidente del consiglio regionale della Liguria tiene a ribadire:
«La delibera che istituisce il Parlamento della Liguria era stata votata
quasi all'unanimità dall'assemblea (38 voti favorevoli contro 40,
contrari solo i due rappresentanti di Rifondazione comunista) e che questo
era avvenuto senza alcuno strappo istituzionale e salvaguardando l'unità
nazionale».
G. M.
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