No al "parlamentino" ligure
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Il Secolo XIX Sabato 3 marzo 2001

No al "parlamentino" ligure

Roma. Il Consiglio dei ministri ha proposto ricorso davanti alla Corte Costituzionale (...) contro la delibera del Consiglio regionale ligure per l'istituzione del Parlamento della Liguria. Lo rende noto il ministro per gli Affari regionali Agazio Loiero.

(...)

Il conflitto di attribuzione, ha riferito ancora Loiero, è stato chiesto dal governo anche per la delibera 62 del 15 dicembre 2000 del Consiglio regionale della Liguria che è costituita da due disposizioni. Una di queste, immediatamente precettiva, prevede «di affiancare, in tutti gli atti dell'assemblea regionale alla dizione costituzionalmente prevista Consiglio regionale, la dizione Parlamento della Liguria». Questo cambiamento, rileva una nota del ministero per gli Affari regionali, è stato ritenuto incostituzionale sia per forma che per sostanza. Negli organi rappresentativi il nome rispecchia la funzione esercitata. La locuzione "Parlamento" indica la sovranità di funzioni, mentre il "Consiglio regionale" connota un organo espressivo di autonomia politica per quanto ampia possa essere. «In conclusione - ha spiegato il ministro Loiero - la Regione Liguria, appropriandosi di un termine riservato ad organi sovrani, crea indebitamente una terminologia che identifica natura e finalità del tutto diverse e previste dalla Costituzione per il Parlamento nazionale».

R. I.

Biasotti: «Decisione inaccettabile
colpo di coda isterico e ridicolo»

Genova. Sandro Biasotti, presidente della Regione usa toni duri contro il Consiglio dei Ministri che ha proposto davanti alla Corte Costituzionale il caso della delibera per l'istituzione del Parlamento della Liguria.

«È inaccettabile - dice - Con questa decisione, che non mi risulta sia stata assunta dal governo nei confronti della Toscana, che aveva deliberato una scelta analoga, siamo alle comiche di uno Stato che, dopo la discussa legge sul federalismo e la presa in giro della legge quadro sul turismo, non esita a reagire in maniera isterica e ridicola nei confronti delle regioni, Liguria in particolare. Quella delibera era stata votata a larghissima maggioranza, diessini compresi, per dare un senso di maggiore democrazia ai cittadini dopo l'elezione diretta del presidente della giunta. Quella democrazia che il governo, in questi suoi ultimi giorni, sacrifica con simili colpi di coda. Lascio comunque giudicare ai liguri».

Gianni Plinio, presidente del consiglio regionale ligure, rincara la dose: «È una atto di estrema e sconcertante gravità, che mina l'autonomia della Regione. All'indomani del varo della riforma federale il ministro Loiero cala la maschera e dimostra che il governo rimane centralista. Il ricorso alla Corte Costituzionale è una atto di arroganza e protervia che merita una risposta decisa e forte. Per questo chiederò già dalla prossima riunione, martedì, all'assemblea regionale un pronunciamento preciso».

Il presidente del consiglio regionale della Liguria tiene a ribadire: «La delibera che istituisce il Parlamento della Liguria era stata votata quasi all'unanimità dall'assemblea (38 voti favorevoli contro 40, contrari solo i due rappresentanti di Rifondazione comunista) e che questo era avvenuto senza alcuno strappo istituzionale e salvaguardando l'unità nazionale».

G. M.

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