[ Indietro ] Il Giornale Mercoledì 30 dicembre 2009Dal passato Il triste Natale del 1814di Pier Luigi GardellaUn Natale che sotto certi aspetti poteva considerarsi triste per la città di Genova fu quello del 1814. Con la caduta di Napoleone i grandi d'Europa erano riuniti dal 1˚ ottobre nel Congresso di Vienna con lo scopo di ridisegnare la carta dell'Europa. Il 26 aprile del 1814 il generale inglese Lord William Bentick aveva ristabilito la costituzione degli Stati Genovesi qual'era nel 1797, dopo aver cacciato i Francesi dal territorio di Genova e dopo aver preso atto «che il desiderio della Nazione Genovese pare essere di ritornare a quell'antico governo sotto il quale godeva Libertà, Prosperità ed Indipendenza». Fu dichiarato presidente di un Governo Provvisorio Girolamo Serra. Ma i Genovesi dovevano fare i conti con l'Inghilterra e con l'Austria. Gli inglesi temevano un indebolimento del territorio italiano che con lo stato genovese non avrebbe sufficientemente arginato eventuali mire espansionistiche francesi. Ma questa sua preoccupazione non lo trattenne dalla requisizione delle artiglierie genovesi che furono trasportate in Inghilterra sul vascello «Genoa» sequestrate da un'apposita «commissione delle prede di guerra». Vani furono gli interventi a Vienna durante il Congresso di Antonio Brignole Sale, pur sostenuto da Francia e Spagna, che arrivò al puntodi offrire Genova ai Borboni di Parma, pur di evitare di passare al Piemonte perdendo ogni autonomia. Le motivazioni del Metternich che riteneva Genova culla di un centro rivoluzionario che teneva «pratiche ed intelligenze segrete con gli amatori dell'indipendenza italica». Quel Natale del 1814 passò a Genova in tono minore: i cittadini lo trascorsero in casa e nelle chiese, mentre da giorni i senatori non lasciavano il Palazzo Ducale. Nelle chiese si erano celebrati tridui che il Governo indiceva secondo l'antica consuetudine, nei momenti più tristi della vita della Repubblica. Tutta l'attesa era per i corrieri che stavano viaggiando da Vienna per portare l'attesa notizia riguardante l'indipendenza cittadina. I corrieri arrivarono ed il giorno dopo a Palazzo si riunì il Senato. Il colonnello inglese Dalrymple, comandante le truppe inglesi che presidiavano la città, lesse il dispaccio dove si comunicava la decisione di unire la Liguria al Piemonte per contrastare la potenza confinante francese. Lo stesso giorno Antonio Brignole Sale a Vienna scriveva: «La Serenissima Repubblica di Genova è infine perita sotto i colpi mortali dell'ambizione e della rivoltante ingiustizia dei monarchi d'Europa». Due settimane dopo, il 7 gennaio 1815, la bandiera di San Giorgio fu calata dalla torre di Palazzo Ducale e la guarnigione inglese passò le consegne a quella sabauda, comandata da Ignazio Thaon di Revel. [ Indietro ] |