[ Indietro ] Noli: né sconfitta né onorataIl dominio francese in Liguria finì il 19 aprile 1814. Sgombrata dai Francesi, la Regione fu occupata dagli Inglesi, comandati dall'Ammiraglio Lord W.C. Bentick, che, il 26 aprile 1814, ripristinò la Costituzione del 1797 e nominò un Governo provvisorio. Il 28 luglio il nuovo Governo stabilì che i Comuni potevano fregiarsi della Coccarda e dell'Arme dell'antico Governo. Il 20 aprile 1814, i Nolesi, illudendosi di aver riottenuto la secolare indipendenza, si affrettarono ad istituire un Governo provvisorio, ad innalzare la loro antica bandiera e ad ostentare una propria coccarda. Nel frattempo Genova, il 30 aprile, con un'ordinanza ingiunse di ripristinare tutti i Maires (Sindaci) del caduto Governo francese. Noli, inizialmente convinta di essere nel giusto, rifiutò quell'ordine. In seguito però a diverse contestazioni, minacce ed anche violenze, il 29 maggio ubbidì alla direttiva di Genova, dichiarando, con la caduta del Governo provvisorio della Repubblica nolese, l'adesione alla Repubblica di Genova. Il Congresso di Vienna, a cui parteciparono tutti gli Stati europei, iniziò il 1 novembre 1814 e si concluse il 9 giugno 1815: avrebbe dovuto ristabilire gli equilibri politici precedenti al periodo napoleonico, ma non fu così. Le decisioni più importanti furono assunte dalle sette grandi potenze firmatarie della "Pace di Parigi" e vinsero gli intrighi dei plenipotenziari e gli interessi egoistici di qualche nazione. L'Italia, finendo di fatto sotto il controllo diretto od indiretto dell'Austria, fu divisa in dieci stati, uno dei quali era il Regno di Sardegna, formato da Piemonte, Savoia, Nizza, Sardegna e Liguria. I Liguri, pur di non sottostare ai Piemontesi, arrivarono a chiedere inutilmente l'annessione all'Austria, alla Spagna od alla Toscana. Il 7 gennaio 1815 con un proclama il Commissario plenipotenziario del Regno Sardo, Ignazio Thaon de Revel, prese possesso di Genova ed annunciò che la città e l'intera Liguria erano passate, col titolo di Ducato, sotto il governo di Vittorio Emanuele I, Re di Sardegna. Lo stesso giorno Genova informò Noli che il Governo della Repubblica genovese aveva deposto la propria Autorità nelle mani di S.M. il Re di Sardegna. Il 19 gennaio 1815 fu ordinato ai Nolesi di prestare giuramento di fedeltà al Re Vittorio Emanuele I. Solamente il 5 febbraio 1815 i Nolesi, non potendo permettersi l'invio di una delegazione a Torino, inviarono una lettera nella quale espressero la loro obbedienza e fedeltà al Sovrano. Contestualmente supplicarono il Re di non introdurre ...nessuna innovazione a Noli... e di rispettare i Diritti, che avevano acquisito nel tempo. Tutto fu inutile: la piccola Repubblica aveva finito il suo tempo. Noli passò così, tristemente, sotto la dominazione sabauda, non sconfitta in una guerra, ma nemmeno onorata da un trattato, che definisse la sua posizione. Anche la sua bandiera, segno di indipendenza, che per secoli accompagnò i Nolesi nella buona e cattiva sorte, divenne una semplice insegna di Città. Tratto da Luigi Caorsi, Noli alla ricerca del
passato,
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