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VITTORIO EMANUELE
PER GRAZIA DI DIO RE DI SARDEGNA,
DI CIPRO E DI GERUSALEMME, DUCA DI SAVOIA E DI GENOVA
PRINCIPE DI PIEMONTE, ECC. ECC. ECC.
Vittorio Emanuele
Nel prendere solennemente possesso de' nuovi nostri stati,
giusta quanto venne concertato colle Alte Potenze d'Europa, ci
è sommamente grato il pensare ai considerevoli vantaggi, che sono
per provenire a voi, amatissimi nostri sudditi dalla vostra unione
co' nostri antichi Popoli, mediante i vincoli di fratellanza e di
amore, ch'essa dee stabilire fra voi.
Se l'antica vostra gloria, e quanto avete in vari tempi operato
per la difesa, e per l'onore dell'Italia, sono tutt'ora presenti
alla nostra mente, non possiamo a meno però di rammentarci nel
tempo stesso le conseguenze necessarie della ristrettezza degli
stati, e dell'opposizione degli interessi fra due popoli destinati
a stimarsi ed amarsi. Cotali effetti senza dubbio cesseranno sotto
un medesimo Governo, il quale, avvicinando gli animi, faccia sentire
a tutti la sua benefica influenza.
Questo ci siamo proposti principalmente nel destinare per nostro
Commissario plenipotenziario il Cav. Ignazio Thaon di Revel e S.
Andrea, Conte di Pratolongo, luogotenente generale nelle nostre armate,
che abbiamo incaricato di rappresentare fra voi la nostra persona,
e di convincervi de' sentimenti, onde il nostro cuore è animato a
vostro riguardo.
Ed affinché possiamo sicuramente pervenire ad un tal fine vivamente
desiderato da noi, ci siamo pure determinati di formare una Delegazione
composta in gran parte di vostri concittadini, la quale, a tenore delle
concessioni, che spontaneamente ci siamo disposti a farvi in pegno del
nostro affetto, proponga tutti quei provvedimenti, che le parranno più
atti a promuovere qualunque ramo di pubblica amministrazione.
Mentre più d'ogni altra cosa le ordiniamo di mantenere nel pieno suo
lustro il culto della nostra Santa Religione, le raccomandiamo pure di
farci conoscere gli ordinamenti che riguarderanno il commercio, il quale,
se per lo passato, quantunque in angusti confini per parte di terra, è
stato la sorgente della pubblica ricchezza, abbiamo mottivo di credere,
che sia per fiorire maggiormente in avvenire col favore della R. nostra
protezione, e colle facilità, alle quali siamo per consentire di buon
grado, ogni qualvolta vi ravviseremo il vantaggio, e la prosperità del
medesimo.
La stessa cura porremo in favorire gl'Instituti di pubblica beneficenza,
con cui tanto si distinse la pietà de' vostri maggiori, nell'animare e
proteggere gli stabilimenti di scienze, d'arti, e di pubblica educazione;
né sfuggiranno alla nostra paterna sollecitudine i servizi renduti per
l'addietro allo stato, i quali saranno da noi considerati, e rimunerati.
Ci piace intanto di credere, che un dolce premio troveremo nella
sincera vostra ubbidienza, e nel leale attaccamento, con cui siete
per corrispondere alle paterne nostre cure, tutte rivolte alla maggior
vostra felicità.
Mandiamo pertanto il presente pubblicarsi, e alle copie stampate
nella nostra Stamperia Reale prestarsi la stessa fede che all'originale.
Dato in Torino li 5 del mese di gennaio 1815.
VITTORIO EMANUELE.
VIDUA.
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