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La Stampa

Domenica 28 gennaio 2001

Vincenzo Matteucci presenta il nuovo movimento e i prossimi biettivi

«Indipendentisti di Liguria, unitevi»

Prima battaglia, le tasse portuali da non versare a Roma

«Secondo l'autorevole parere del presidente degli industriali, Stefano Zara, la dimensione del problema delle Acciaierie ammonta a 3 mila e 500 miliardi. E il porto di Genova invia ogni anno a Roma dai 3000 ai 35000 miliardi di tasse portuali: per un anno lo Stato rinunci alle tasse portuali ed ecco che la città risolverà il problema di conciliare occupazione e ambiente, recuperando l'area di Cornigliano che è strategica per lo sviluppo delle attività dello  stesso scalo marittimo». Vincenzo Matteucci, fondatore del Movimento indipendentista ligure, coglie la palla al balzo in occasione della presentazione del libro «Ripartire da Genova» di Franco Manzitti e Massimo Minella per ribadire il concetto che le tasse portuali devono restare nel capoluogo ligure. Per questo «offriamo la nostra collaborazione ai cittadini di Cornigliano per suscitare una forte pressione popolare, come del resto è già accaduto nel recente passato, quando i comitati dei cittadini e l'Arge hanno innescato la protesta contro l'inceneritore sotto la Lanterna, il cui progetto è stato bloccato». Il Movimento indipendentista si è costituito ufficialmente il 14 gennaio scorso, con 138 soci fondatori tra cui operai, casalinghe, impiegati, artigiani, pensionati, dirigenti, insegnanti di scuola media inferiore e superiore, docenti universitari, liberi professionisti. Lo Statuto indica come scopo, all'articolo 1, «ripristinare il diritto all'indipendenza della Liguria che fu annessa alla Stato sabaudo dal Congresso di Vienna». «Ad evitare becere strumentalizzazioni - dice Matteucci - diciamo subito che perseguiremo questo obiettivo senza alcun intendimento xenofobo: riteniamo infatti la Liguria, come da sempre in effetti è stata, terra di gente libera che, pur etnicamente mai omogenea, ha tuttavia saputo creare una vera e propria civiltà mediterranea nel rispetto delle leggi, delle tradizioni e della tolleranza». Il Mil, che ha sedi e simpatizzanti anche nelle altre province della regione, vuole l'indipendenza «per restituire ai liguri il senso dell'autoresponsabilità, dopo decenni di burocrazia e di interessato assistenzialismo dello Stato Italiano che hanno distrutto lo spirito mercantile, finanziario e imprenditoriale del passato». Il movimento si prepara per le prossime elezioni comunali: si presenterà come lista indipendente oppure nella coalizione di quello dei due poli che garantirà programmi in sintonia con gli obiettivi indipendentistici, cioè la disponibilità degli assessorati alla cultura e all'istruzione per «far riscoprire la storia di questa terra ai suoi abitanti».

[a.p.]

 

 

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