Vincenzo Matteucci presenta il nuovo
movimento e i prossimi biettivi
«Indipendentisti di Liguria, unitevi»
Prima battaglia, le tasse portuali da
non versare a Roma
«Secondo l'autorevole parere del presidente
degli industriali, Stefano Zara, la dimensione del problema
delle Acciaierie ammonta a 3 mila e 500 miliardi. E il porto di
Genova invia ogni anno a Roma dai 3000 ai 35000 miliardi di
tasse portuali: per un anno lo Stato rinunci alle tasse portuali
ed ecco che la città risolverà il problema di conciliare
occupazione e ambiente, recuperando l'area di Cornigliano che è
strategica per lo sviluppo delle attività dello stesso
scalo marittimo». Vincenzo Matteucci, fondatore del Movimento
indipendentista ligure, coglie la palla al balzo in occasione
della presentazione del libro «Ripartire da Genova» di Franco
Manzitti e Massimo Minella per ribadire il concetto che le tasse
portuali devono restare nel capoluogo ligure. Per questo
«offriamo la nostra collaborazione ai cittadini di Cornigliano
per suscitare una forte pressione popolare, come del resto è già
accaduto nel recente passato, quando i comitati dei cittadini e
l'Arge hanno innescato la protesta contro l'inceneritore sotto
la Lanterna, il cui progetto è stato bloccato». Il Movimento
indipendentista si è costituito ufficialmente il 14 gennaio
scorso, con 138 soci fondatori tra cui operai, casalinghe,
impiegati, artigiani, pensionati, dirigenti, insegnanti di
scuola media inferiore e superiore, docenti universitari, liberi
professionisti. Lo Statuto indica come scopo, all'articolo 1,
«ripristinare il diritto all'indipendenza della Liguria che fu
annessa alla Stato sabaudo dal Congresso di Vienna». «Ad evitare
becere strumentalizzazioni - dice Matteucci - diciamo subito che
perseguiremo questo obiettivo senza alcun intendimento xenofobo:
riteniamo infatti la Liguria, come da sempre in effetti è stata,
terra di gente libera che, pur etnicamente mai omogenea, ha
tuttavia saputo creare una vera e propria civiltà mediterranea
nel rispetto delle leggi, delle tradizioni e della tolleranza».
Il Mil, che ha sedi e simpatizzanti anche nelle altre province
della regione, vuole l'indipendenza «per restituire ai liguri il
senso dell'autoresponsabilità, dopo decenni di burocrazia e di
interessato assistenzialismo dello Stato Italiano che hanno
distrutto lo spirito mercantile, finanziario e imprenditoriale
del passato». Il movimento si prepara per le prossime elezioni
comunali: si presenterà come lista indipendente oppure nella
coalizione di quello dei due poli che garantirà programmi in
sintonia con gli obiettivi indipendentistici, cioè la
disponibilità degli assessorati alla cultura e all'istruzione
per «far riscoprire la storia di questa terra ai suoi abitanti».
[a.p.]
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