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Audizione in Provincia di
Genova |
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Richiesta di audizione
Provincia di Genova
Al signor Presidente della 1° Commissione
Consiliare Cap. Agostino Bozzo
I sottoscritti commissari
-
vista la mozione proposta all'attenzione dei capigruppo della Provincia di Genova da
parte del cosiddetto Movimento Indipendentista Ligure a firma Vincenzo Matteucci e
Franco Bampi;
- visto il regolamento delle commissioni consiliari;
chiedono che venga convocata la 1° Commissione stante la sua composizione istituzionale,
per una audizione dei sopraindicati Matteucci, Bampi al fine che vengano illustrate le
modalità e gli scopi perseguiti dal Movimento Indipendentista Ligure attraverso il
Consiglio Provinciale di Genova.
Ferruccio Barnaba (Forza Italia) - Giovanni Arata (Forza Italia) - Sergio Ottonello (Liguria Nuova) - Vito Vattuone (Margherita) - Elio Ugolini (Margherita) - Mauro Cavelli (Democratici di Sinistra)
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Convocazione
Genova, 15 gennaio 2002
Oggetto: Audizione Commissione Consiliare 1^
Gent.mi Signori
Vincenzo Matteucci
Franco Bampi
Movimento Indipendentista Ligure
Via Banderali 2/5 GENOVA
Le SS.LL. sono invitate a partecipare ad un incontro con la Commissione Consiliare Permanente 1^ "Affari Generali e Istituzionali" di questa Provincia per illustrare le modalità e gli scopi perseguiti dal Movimento Indipendentista Ligure.
L'incontro si svolgerà il giorno
MERCOLEDÌ 23 GENNAIO p.v. - ore 15.00
presso la sala Maggioranza di palazzo Doria Spinola (atrio Prefettura - Largo Eros Lanfranco)
Il Presidente |
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Verbale della Riunione
COMMISSIONE CONSILIARE PERMANENTE 1^ Affari Generali e Istituzionali - Pari Opportunità |
VERBALE DELLA RIUNIONE
del 23 gennaio 2002
Aula Maggioranza - ore 15.00
Presenti | ARATA - BARNABA - BENZI - BOZZO -CAVELLI -MULA - OTTONELLO - VATTUONE |
Assenti | AMORETTI - BERTANI - BROGLIA - FAZZINI (delega) - GATTO - GIANI - GRISANTI (delega) - OLIVERI - UGOLINI |
Presiede | il Presidente BOZZO |
Partecipano |
Prof. BAMPI - dr. MATTEUCCI.
Rappresentanti del Movimento Indipendentista Ligure (vedi allegato) Consigliere Fallabrini |
Segreteria | Carlini - Manunta |
O.D.G.
1. Audizione dei rappresentanti del Movimento Indipendentista Ligure.
Il Presidente BOZZO, constatato il numero legale
dichiara aperta la seduta convocata su istanza formulata da sei membri della Commissione 1^
di accogliere la richiesta di audizione prevenuta da parte del Movimento Indipendentista
Ligure.
Come Presidente della Commissione 1^ precisa che il regolamento delle Commissioni
stabilisce che quando un terzo di Consiglieri Provinciali chiede la convocazione di una
audizione, anche se l'Associazione o Ente non fa parte delle strutture della Provincia di
Genova dal punto di vista istituzionale, questa convocazione deve avvenire. Ricorda altresì
che nell'audizione il Prof. Bampi, e il Dott. Matteucci, che rappresentano l'Associazione,
sono delegati dal MIL a formulare le istanze dell'audizione richiesta. Il regolamento
impone che le sedute di Commissione siano organizzate come sedute pubbliche di Consiglio
e pertanto, soltanto coloro i quali sono stati autorizzati (oltre ai Consiglieri si
intende, che possono esprimere il loro parere) hanno diritto di parola. I cittadini
presenti hanno diritto di ascoltare perché non è una assemblea, ma una Commissione vera
e propria. Ritiene che da un punto di vista prettamente istituzionale sia doveroso
ascoltare le istanze di una Associazione che opera sul nostro territorio, lo ricorda ai
Consiglieri che possono condividere o meno dette istanze, sottolineando che è doveroso
ascoltarle e poi esprimere i loro pareri.
Invita il dr. Matteucci a prendere la parola.
DR. MATTEUCCI. ringrazia la Commissione, ed in
modo particolare il Presidente Bozzo e i sei Consiglieri firmatari della richiesta di
convocazione per questo incontro, fatto particolannente sentito perché è da circa un anno
che il Movimento cerca di colloquiare con le istituzioni per segnalare le problematiche
che saranno sinteticamente illustrate in questa sede.
È ovvio che poi le decisioni sulla questione saranno assunte dall'ente Provincia, perché
i Consiglieri sono eletti dal popolo e quindi sovrani.
Premette che le istanze della mozione inviate con la richiesta di audizione (Allegato A)
hanno una premessa storica, un aspetto giuridico ed una attualità. Invita pertanto il
prof. Bampi a fornire ai presenti le motivazioni storiche che sottendono alla mozione.
Prof. BAMPI: evidenzia che la mozione presentata
è una bozza di documento che evidentemente è suscettibile di modificazioni da parte della
Commissione.
Nella mozione sono stati portati diversi argomenti a suffragio della richiesta conclusiva
della stessa. In estrema sintesi, il MIL ha rilevato un fatto secondo cui la Liguria ha
tutti i diritti internazionali di potere riottenere la sua indipendenza.
La vicenda storica si è svolta secondo le seguenti tappe:
dopo i fatti napoleonici, 1805 e la sconfitta di Napoleone, è convocato il Congresso di Vienna per decidere le sorti dell'Europa (1814-15)
nel frattempo, in data 26 aprile 1814, la Repubblica di Genova e la Liguria riacquistano la loro indipendenza. E' formato un governo con piena sovranità, tant'è vero che batte moneta e comincia a legiferare. Il Generale Bentinck, che ne aveva titolo, ridà - con un proclama del 26/04/1814 - piena sovranità alla Repubblica di Genova e la stessa partecipa - sovrana - con propri delegati (il Marchese Antonio Brignole Sale) al Congresso di Vienna che decide, in maniera unilaterale, l'annessione degli Stati di Genova al Piemonte, ossia al regno Sardo.
In data 26 dicembre 1814 viene edito il proclama dell'allora Governo di Genova, Stato sovrano, (firmato da Gerolamo Serra e da tutti i Governatori della Repubblica di Genova) con cui si dice di non opporsi a detta annessione (per evitare danni fisici e materiali alla popolazione), ma nel contempo si afferma di non sottoscrivere nessun atto "e di non usare mezzi inutili, risoluti da una parte a non ledere diritti imprescrittibili". In sostanza con tale proclama si ribadisce che la Liguria ha diritti imprescrittibili che non devono essere lesi.
Successivamente, arrivando all'unità di Italia, sono celebrati i plebiscitI (21 ottobre 1860 per le popolazioni meridionali e gli altri tra il 1860 e il 1870 ), necessari per sanare una violazione al diritto internazionale con cui, durante le guerre di indipendenza, i Savoia avevano violato Stati sovrani e li avevano conquistati militarmente. Con i plebisciti si chiede cioè alle popolazioni di riconoscere il re Sabaudo come Re. Il plebiscito viene utilizzato come sanatoria di una violazione di diritto internazionale.
Genova non fu mai chiamata, né con il Congresso di Vienna, né successivamente con la proclamazione del Regno d'Italia a celebrare un plebiscito con la evidente motivazione che i genovesi in allora avrebbero votato no, preferendo l'annessione alla Francia anziché ai Savoia. E vi sono fatti storici tragici che lo dimostrano.
Conclude ricordando infine che l'annessione al Regno Sardo
non fu sancita da un plebiscito e anche che altre popolazioni, che erano già annesse al
Regno Sardo, furono invece nuovamente chiamate a votare l'annessione al Regno d'ltalia,
come il Veneto.
Il fatto che non è mai stato celebrato il plebiscito è la garanzia che i diritti
istituzionali sussistono.
Per queste motivazioni, nella mozione presentata il MIL, chiede che le istituzioni, in
rappresentanza dell'attuale popolo ligure, si facciano carico di questo problema,
rivolgendosi a qualche organismo internazionale che stabilisca la sussistenza del diritto,
il cui esercizio in ogni modo è aspetto ben diverso.
FALLABRINI (capogruppo Liguria Nuova): ringrazia
per l'esauriente illustrazione storica che ha ampliato le sue conoscenze.
Ritiene che il problema sia trasversale e quindi la Commissione verificherà se elaborare
di comune accordo con tutte le forze politiche una mozione che rilevi alcuni fatti che la
popolazione odierna non conosce.
VATTUONE. Si complimenta per l'excursus storico
anticipando che ha intenzione di organizzare una illustrazione storica simile nel suo
Comune.
Nel concreto della questione, chiede quali prospettive può dare alla popolazione ligure
l'ottenimento del riconoscimento della sussistenza del diritto, soprattutto nel contesto
economico odierno in cui la competizione è mondiale.
Presidente BOZZO. Il fatto che vi siano persone
che approfondiscono la storia patria è cosa positiva.
Dal punto di vista personale certe vostre ricerche storiche possono essere utili in un
prossimo futuro, per non perdere le radici della nostra terra, e possono avere una utilità
in modo trasversale e cioè indipendentemente dagli schieramenti. Qui si parla di stato
giuridico, personalmente la parola "indipendentismo" la cambierei in un linguaggio
del 2002, con la parola di una "marcata autonomia".
Ho un concetto di appartenenza anche politica e appartenenza di pensiero, e nel contesto
nazionale, sono per lo stato unitario in cui ci troviamo, e non confondo una marcata
autonomia di uno statuto della Regione Liguria, che è l'erede diretta di quello Stato
che è mancato dal 1814, le radici non si troncano. È un dato però che è come un vestito,
la cui stoffa può essere rimasta due secoli in un baule, e nel momento che uno ritenga di
usarla per confezionare un nuovo vestito, deve dargli un taglio diverso. La stoffa rimane,
il taglio è diverso.
L'apporto storico che il Prof. Bampi in modo particolare ha dato, è finalizzato ad
assicurare l'autonomia della Liguria, sempre però nell'ambito nazionale. Forse alcune
differenze vi sono, ma si parla pur sempre di autonomia per la propria Regione, per la
propria terra, che dovrà essere presa in considerazione anche nella stesura di uno statuto
della Regione Liguria, assicurando cioè un'autonomia che non sia soltanto di natura
commerciale.
Concludendo, certi principi portati avanti con determinate direttive, ossia facendo
attenzione che alcune parole non mettano in discussione l'indipendenza della nazione, ma
soltanto una forma di autonomia all'interno di un preciso contesto, può essere un positivo
patrimonio e non soltanto una rivisitazione della storia, fine a se stessa.
CAVELLI: Io sono un grande ignorante in materia,
e non so nulla di questi eventi storici, forse perché nella Liguria ho solo visto
Rossiglione, e richiamo quindi la sensibilità di ognuno di noi.
Io credo che la Regione Liguria, con questo tipo di governo, abbia la possibilità di
costituire elemento propedeutico, iniziando intanto ad accondiscendere come ha fatto la
Provincia, ad una audizione della Commissione, cosa che non ha ancora fatto, e credo che
abbia poca intenzione di fare. Secondo aspetto è che i personaggi che vi hanno affiancato
nella vostra storia, parlo del dottor Castellaneta, ben rappresentato dalla Lista di
Liguria Nuova, si facciano carico di essere elemento sostenitore di questa iniziativa.
Il terzo aspetto è che le forze democratiche che appoggiano questa Giunta siano tali da
comprendere che questo tipo di disegno non è funzionale a soddisfare una area di pensiero,
nella fattispecie quello del centro destra, ma esprime la necessità di tutti i cittadini
della Liguria di avere una onorabilità di causa. Se è così come ho firmato alzo la mano,
se non è così, caro Vincenzo, io la mano me la lego, io faccio scelte forti nel mio paese,
e voi la sapete, non ho problemi a manifestare il mio pensiero libero, ci possono essere
una dieci cento mila persone, quello che penso lo dico in faccia a tutti, senza problemi;
ho preso anche delle legnate per questa ragione, mi hanno anche insultato e sputato, però
se deve difendere una causa la difendo sino in fondo. Voi avrete me uomo di sinistra
vicino se il ragionamento sarà quello di ottenere autonomia strutturale funzionale
rispetto di cittadinanza onorabilità di causa, e naturalmente la possibilità di condividere
insieme all'Europa il nostro pensiero, sia di cittadini che di liguri.
Questo è quanto dichiaro, è verbalizzato, lo potete divulgare, lo potete utilizzare.
Invito il Presidente Bozzo, a farsi carico di richiedere una riunione con il Presidente
della Commissione Affari Istituzionali della Regione Liguria, anche dando la disponibilità
ad una riunione congiunta delle due Commissioni, provinciale e regionale, per proporre
al Presidente Biasotti di assumersi l'impegno formale nei confronti dei cittadini della
regione.
Se lo farà noi saremo vicino a voi.
(APPLAUSI DEL PUBBLICO)
OTTONELLO: ha seguito con interesse gli
interventi degli ospiti, anche in altre occasioni diverse da questa, e prende atto della
situazione giuridica illustrata e della possibilità di adire ad una Corte Internazionale
sulla questione.
Desidera in ogni modo soffermarsi maggiormente sull'aspetto politico del problema. Vede
presenti in aula numerosi aderenti al Movimento e questo potrebbe dare una caratura a
quella che potrebbe essere la capacità politica dello stesso per arrivare a giungere ad una
autonomia della Liguria. Personalmente, su questo aspetto, è addirittura più avanti di
quanto esposto dagli ospiti, perché non crede nell'unità nazionale.
Reputa assai opportuno organizzare un incontro con i rappresentanti della Regione Liguria
che - da quanto gli risulta - non sono molto ben disposti sulla questione. È peraltro
ancora in corso la redazione dello statuto della Regione, con situazioni critiche anche
all'interno del centro destra, ma ciò non vuol dire che il MIL non possa fare pressione
sull'ente regionale percorrendo tutte le strade possibili.
Non crede nel federalismo che a livello nazionale si sta cercando di realizzare in quanto,
essendo l'aspetto essenziale della questione il livello di risorse disponibili, non vede
come si possa conseguire questo obiettivo se gli enti locali devono sempre chiedere
finanziamenti al Governo centrale.
Conclude esprimendo pieno consenso sull'incontro odierno e ringraziando gli ospiti per
l'illustrazione storico-giuridica svolta e gli altri membri del Movimento presenti in
aula.
Prof. MATTEUCCI: il Consigliere Cavelli ha rimbalzato la questione al Consiglio Regionale Ligure cui il Movimento ha inviato la mozione in oggetto oggi, così come è stata inviata a tutti i Sindaci della Liguria.
ARATA: Ringrazia per l'impegno di ricostruzione
di memoria storica con cui sono state esposte ragioni storiche e giuridiche sulla
sussistenza del diritto.
Collegandosi all'intervento del Consigliere Vattuone, chiede quale è la
"convenienza" di una operazione di questo tipo nel momento storico attuale.
Personalmente proviene da una vallata della provincia di Genova che per natura, per
spirito, per vecchia storia, è sempre stata di tradizioni irredentiste. Pensa che tutti
sappiano che la Fontanabuona ai tempi di Napoleone resisteva a questa invasione che
all'epoca era coi Viva Maria e quant'altro, quindi queste spinte per l'indipendenza lo
trovano favorevole, però ragiona sul pragmatico, con i piedi a terra.
BARNABA: Si associa a quanto espresso dai colleghi e formula alcune domande:
Occorrono documenti storici per portare avanti qualunque azione, mozione.
Al dott. Matteucci, riconociuto come l'anima fondatrice di questo Movimento, chiede come nasce questa rivendicazione, questo Movimento, da quanto tempo opera, quale è il percorso fatto.
Cosa rivendicano? Una sentenza dichiarativa. Poi
affinché ci sia una pratica attuazione è chiaro che ci debbano essere delle condizioni
di fatto, politiche, diverse.
Si può condividere questo percorso che oggi è stato esposto, per ottenere da un
organismo internazionale una sentenza dichiarativa che riconosca questo, non
costitutiva, ma una sentenza che dichiara che questo diritto esiste, che non è mai
stato cancellato dalla storia, anche se ci sono degli esempi come un piccolo paese
di Seborga che ha fatto dei passi più avanti del Movimento Indipendentista Ligure, e
sappiamo quanto impatto abbia l'aspetto mediatico.
Oltre l'aspetto storico occorre andare oltre per ricercare se c'è la possibilità - sulla base di supporti di documentazione precisa - che questa sentenza dichiarativa sia emessa da un organismo internazionale. Sono rivendicazioni di carattere storico che si possono tradurre anche in una sentenza dichiarativa di diritto, e penso che sotto questo profilo vi sia la nostra disponibilità.
CAVELLI: Vorrei porre all'attenzione del
Movimento Indipendentista ligure due tipi di riflessioni.
La prima è di carattere politico. L'altra invece è la valenza storica della promozione.
L'elemento politico deve essere a conoscenza, di tutti, cioè che questo Movimento è un
Movimento politico che ha fatto una aggregazione con il centro destra, marcatamente e
naturalmente con i suoi esponenti, ha fatto una scelta di campo precisa. Il dottor Bampi
è stato mio avversario nelle elezioni comunali a Cogoleto in uno schieramento di centro
destra, il Consigliere Biamonti del Movimento è Consigliere di minoranza nel centro destra.
Il Movimento Indipendentista Ligure ha sostenuto nella campagna elettorale il governatore
della Regione Liguria dott. Biasotti in maniera palese, legittima, ognuno sostiene i
candidati che le componenti che meglio gli si aggradano. Guai se altri potessero pensare e
immaginare che gli uomini da uomini liberi e agli uomini liberi non sia consentito di fare
delle scelte. Sarebbe follia.
Credo però che essendo uno dei firmatari della richiesta di audizione, perché l'ho firmata
anch'io pur essendo iscritto ai Democratici di Sinistra, ma l'ho fatto con la consapevolezza
che è la dignità della parola, è la dignità del pensiero, che deve essere emanata a
conoscenza di tutti in modo democratico, ritengo che vi è un caposaldo su cui io credo di
non dover derogare.
Io condivido pienamente, e guardate che stranezza, il pensiero del mio Presidente Bozzo
Agostino che è di Alleanza Nazionale, lo condivido a tal punto che porto quindi ad una
riflessione. Cioè chi può decidere questo tipo di iniziativa dal punto di vista politico,
ed è per questa ragione che vi è trasversalità, è colui che governa la Liguria; quindi il
dott. Biasotti che è Presidente e si è dichiarato governatore della Liguria, e per essere
governatore occorre governare, dal mio punto di vista deve fare una dichiarazione di
intenti che determini una scelta di questo tipo, trasversale ad ogni forza politica. È lì
che andiamo a misurarci su questo campo.
Dott. MAtteucci: Rispondendo alle domande poste
dal Consigliere Barnaba, informa che il MIL è nato il 14 gennaio 2001 con il seguente unico
scopo: "Il MIL nell'interesse e per conto dell'attuale popolazione ligure
(e quindi senza alcuna rivendicazione etnica, di purezza della razza, ecc.) si propone
di recuperare pacificamente alla Liguria, con azioni politiche e giuridiche la sovranità
di nazione indipendente perduta temporaneamente nel 1814 a causa della illegittima
decisione assunta dal Congresso di Vienna del 1814-15, mai ratificata da un plebiscito
popolare".
E più nel dettaglio, informa altresì che il MIL si muove con i contributi degli iscritti
(lire 100.000 ciascuno ); il budget dello scorso anno si aggira sui 18 milioni, con un
attivo lire 370.000. Questo introito è stato utilizzato per informare i cittadini
attraverso la stampa di volantini, lettere ai Comuni, ecc.
Il Movimento ha una propria sede ed un sito Internet (www.mil2002.org)
Riprendendo le osservazioni sollevate dal Consigliere Bozzo che ha fatto ricadere la
perdita dell'indipendenza ligure sulla classe dirigente di quel periodo, nota che se la
perdita dell'indipendenza di un popolo dipendesse dalla sua classe dirigente, vorrebbe
dire che i tedeschi non dovrebbero avere indipendenza, perché i loro dirigenti hanno
instaurato il nazismo!!! Non condivide pertanto tale accusa.
Sempre in merito a quest'ultimo argomento, informa di aver recuperato un documento storico
importantissimo all'interno del volume "Atti del Congresso di Vienna" in cui si
cita che il 12 novembre 1824: "il legittimo Governo della Repubblica di Genova invia
con un messaggero un documento al Plenipotenziario a Vienna, che nella sostanza ribadisce
"il Governo, sull'interpello del sottoscritto (Presidente del Governo) e dopo un
maturo esame ha deliberato che non desistiate per qualunque minaccia o lusinga dal
reclamare l'indipendenza e l'integrità del genovesato. Che la sola violenza tanto più e
sì giustamente detestata dalle alte potenze contraenti, ha potuto togliere ad una nazione
la cui indipendenza è tanto antica quanto quella di parecchi e più rispettabili Stati
d'Europa, ed ha espressamente presa la deliberazione e commesso a noi comunicarvela, che
quando anche foste sicuro che i Plenipotenziari del Congresso avessero deciso la
riunione del genovesato agli Stati di una potenza straniera, la proposizione dei privilegi
da accordarsi agli abitanti del genovesato non porti il nome del nostro
Governo"
In sostanza, nel 1814 il pericolo era l'invasione. Genova nel 1800 aveva subito, con il
Generale Massena, uno dei peggiori assedi della storia, in cui morirono 30.000 abitanti
su 50.000, mangiando topi, ridotti alla fame. Questa popolazione, è chiaro, dopo 14 anni
non voleva subire un'altra invasione deg]i eserciti. Chi governava questo popolo, quindi,
aveva delle responsabilità ed ha firmato il citato documento per salvaguardare i diritti
imprescrittibili.
Questo è il quadro storico.
Passa quindi alla sostanza della questione citando alcuni articoli di giornale che
evidenziano e provano che le risorse fiscali ]iguri "pro capite" sono le più
alte in Italia, che Genova finanzia Roma per un importo erariale di 2200 miliardi, che
l'IRPEF pagata dai liguri ammonta a 32.000 miliardi.
Sottolinea inoltre - come da dati trasmessi da RAl 3 - che le Regioni a statuto speciale
si trattengono in loco le tasse pagate dai cittadini (90% Trentino Alto Adige, Sicilia
100%).
Da questa esposizione risulta quindi chiaro che, da un punto di vista delle risorse, la
Liguria non ha problemi, purché la Regione possa trattenersi in loco tutto quello che i
cittadini pagano.
VATTUONE: fa rilevare che una cosa è l'autonomia finanziaria, altra è l'indipendenza che il MIL richiede e che dovrebbe poter risolvere i reali problemi della popolazione (casa, lavoro, ecc.)
Prof. MATTEUCCI: il Movimento ritiene che nella
situazione attuale, la Liguria, piccolo territorio, con una popolazione che non ha peso
elettorale, se non entra nell'Europa nella stessa posizione di Lussemburgo, Cipro, Malta,
Slovenia, è desinata non essere visibile perche questi Stati, a turno, ne assumeranno la
presidenza, in quanto Stati sovrani.
Quindi, visto che la storia lo giustifica, visto che esistono dei diritti giuridici, visto
che vi è anche la convenienza economica, non si comprende perche non vi sia un movimento
trasversale che persegua lo scopo dell'indipendenza ligure. Si vuole in sostanza convincere
più movimenli politici che questa battaglia è giusta. Nel momento in cui l'obiettivo sarà
raggiunto, il MIL si scioglierà.
(APPLAUSI DEL PUBBLICO)
DR. BAMPI: attualizzando la questione, occorre
decidere quale nome dare all'obiettivo (autonomia, indipendenza)
In ogni modo, il vero problema che si trova di fronte chi amministra è duplice:
la questione economica (autonomia) e le risorse ce le teniamo tutte
la questione degli ordinamenti, nel senso che tutti
coloro che si trovano in assemblee non deliberanti non sono indipendenti. Il Presidente
della Provincia e della Regione infatti non hanno capacità di fare cose che non siano
coerenti con l'ordinamento.
In merito a questo, tenuto presente che la Repubblica di Genova esercitava alcune
potestà nel 1500-500-600, riducendo al massimo la burocrazia, talché alcuni storici
hanno sostenuto che addirittura la Repubblica di Genova non avesse ordinamento statuale.
E questo perché, essendo una repubblica di commercio, aveva necessità di essere
snella.
In sostanza, perché la Liguria deve rilasciare concessioni edilizie seguendo le regole
imposte dallo Stato? Perche dobbiamo subordinare certi interventi all'acquisizione di
un parere della Soprintendenza?
PROF. MATTEUCCI: usateci come testa di Ariete.
VATTUONE: indipendenza è parola grossa e
comporta avere un Governo, amministrare la giustizia, forze dell'ordine, ecc.
Invece, posto su un binario realistico, quanto espresso dal professore è certamente
condiviso da tutti i Sindaci d'Italia. Comunque, anche se è vero che la burocrazia a volte
impedisce la realizzazione di alcune cose, occorrono anche le risorse economiche.
In ogni modo, la Regione Liguria deve ancora completare la stesura del suo statuto, e ci
si potrebbe muovere in questa direzione.
Inoltre, occorrono comunque delle stanze di compensazione per risolvere i problemi dei
Comuni minori e delle loro popolazioni e di questo lo statuto regionale ne dovrà tenere
conto. Il cittadino di Genova, più ricco, e la comunità tutta deve essere solidale.
Presidente BOZZO: l'incontro è stato piacevole
perché ha arricchito i presenti con note storiche importanti.
Ribadisce il suo precedente intervento sottolineando che non ha detto che la Repubblica
di Genova è stata svenduta, ma comunque evidenzia anche all'interno del MIL il prof.
Matteucci e il dr. Bampi sono lievemente discordanti, il primo esprimendo la coscienza
storica del passato, il secondo, le stesse idee ma proiettate nel futuro.
Personalmente, in ogni modo, preferirebbe che il Movimento si denominasse
"autonomista" anziche "indipendentista". Ciò che i presenti portano
avanti potrebbe essere evidenziato al dr. Castellaneta, che è Presidente della Commissione
regionale stahlto. Questa Commissione si farà carico di scrivere una lettera al dr.
Castellaneta, sottolineando gli obiettivi di questo Movimento e l'apporto che questo può
dare può essere positivo,
Conclude ringraziando gli ospiti.
(APPLAUSI DEL PUBBLICO)
La riunione termina alle ore 17.00
Genova, 25 gennaio 2002
[ inizio pagina ]
Mozione per la Liguria
PREMESSO
che la Liguria è stata una Nazione – Stato, sovrana ed indipendente per oltre 700 anni, con il nome di “Repubblica di Genova”;
che la Liguria è stata una realtà istituzionale politica, sociale ed economica che ha saputo illuminare di sé, non solo le vicende della penisola italiana, ma anche quelle del continente europeo e delle lunghe sponde del Mediterraneo, per oltre sette secoli;
che le popolazioni Liguri, forti e fiere della loro sovranità e indipendenza, avevano saputo creare una vera civiltà, fatta di autentici valori, che oggi si rivelano attualissimi, moderni e progressisti, fra i quali si ricordano:
la centralità e l'importanza del lavoro (il "darsi da fare" ligure) in un mondo che, in quel tempo, vedeva invece prevalere le consuetudini feudali dei signorotti (re, imperatori, feudatari, ecc..) che vivevano sfruttando il lavoro degli altri, come vere e proprie rendite parassitarie sulla Gleba;
l'importanza della solidarietà (che allora si svolgeva sotto il nome di beneficenza) che vide nella Repubblica di Genova la nascita dell'Albergo dei Poveri, dell'Ospedale Pammatone, ecc.;
la lotta a qualsiasi forma di "razzismo" o di "ghettizzazione", fino al punto di aver saputo accogliere dei profughi albanesi, i Durazzo, che liberati dalla schiavitù e diventati uomini liberi, ma rispettosi delle leggi e consuetudini della Repubblica, seppero meritarsi la stima e la fiducia della popolazione a tal punto che dettero ben otto Dogi alla Repubblica e divennero una delle famiglie più stimate della Comunità;
l'assoluta separazione fra la Chiesa ed il Potere Civile al punto tale che i prelati non potevano assurgere a cariche pubbliche;
la tolleranza religiosa e il ripudio di tutti i "fondamentalismi", quando in tutta l'Europa imperversava la durissima e crudele Inquisizione;
la forma Istituzionale repubblicana, per quei tempi già democratica (il Senato della Repubblica, composto da 400 membri), quando in tutto il mondo di allora dominavano le monarchie feudali, ereditarie, dispotiche ed autoritarie;
l'ordinamento interno di schietto stampo federalista (le Comunità liguri avevano propri "Statuti" ed erano legate alla Repubblica di Genova da veri e propri "patti federali", al punto che la Repubblica di Noli si autogovernava) consono a un popolo che rifiutava la guerra come strumento di conquista e di dominazione dei popoli;
il "controllo" a posteriori, sempre e comunque, dell'operato della classe dirigente, con l'Istituto dei Supremi Sindicatori, esatto contrario di quanto avviene oggi essendo il controllo a priori o durante l'esercizio del Governo e realizzato attraverso una pesantissima burocrazia, capace di paralizzare o quanto meno rallentare notevolmente l'efficacia dei legittimi poteri decisionali di chi governa, eletto dal consenso popolare;
la creazione di una organizzazione politica basata (proprio perché di cultura mercantile mediterranea) sul rifiuto della tirannia e della guerra di conquista, dei territori e dei popoli;
CONSIDERATO
che per ottenere le garanzie ed i diritti che già possedevano da secoli le Popolazioni Liguri altri popoli, in primo luogo quello Francese, hanno dovuto fare una rivoluzione violenta (1789), con centinaia di migliaia di morti, per scardinare i privilegi dei nobili e del clero, rivoluzione che in Liguria non si è mai sentita la necessità di fare;
che la Rivoluzione Francese, proprio perché violenta, ha poi partorito, al posto della monarchia ereditaria francese, un altro vero reggimento dittatoriale, quello di Napoleone, che si è autoproclamato re ed imperatore, scatenando guerre di conquista territoriale che hanno solamente anticipato le due successive drammatiche guerre mondiali, con milioni di morti;
che nonostante o, forse, proprio a causa di tutto questo, le Potenze europee, al Congresso di Vienna del 1815, decisero di togliere l'indipendenza alla Popolazione Ligure deliberando l'annessione della Liguria al Regno di Sardegna;
che, saputo della odiosa annessione, il legittimo e sovrano Governo Ligure emanò il 26 dicembre 1814 un famoso Proclama dove si riaffermavano i diritti imprescrittibili della Liguria a essere indipendente e sovrana;
che, successivamente, i Savoia continuarono le loro guerre di conquista, aggredirono militarmente e dominarono gli altri Stati della Penisola italica, Stati che erano legittimamente indipendenti;
che, quindi, per sanare l'evidente violazione del diritto internazionale, fecero votare i Plebisciti popolari di annessione al Regno d'Italia;
che i plebisciti furono fatti votare anche nel caso di annessioni non violente, quale l'annessione alla Francia di Nizza e Savoia avvenuta in cambio della neutralità francese in relazione alle conquiste sabaude dell'Italia centrale;
RICORDATO
che Genova nell'aprile del 1849 era insorta ed aveva cacciato via il governo sabaudo imposto alla Comunità, subendo poi la durissima, crudele e violenta repressione dei 30 mila bersaglieri sabaudi guidati dal gen. La Marmora, che stuprarono, uccisero centinaia di ortolani di San Teodoro, rubarono averi nelle case e nelle chiese, ecc.;
che con tale insorgenza Genova aveva di fatto espresso la sua volontà plebiscitaria di rifiuto dell’annessione al Regno di Sardegna;
che, tuttavia Genova non fu mai chiamata a votare un qualsivoglia plebiscito formale ove il popolo potesse esprimersi sull'annessione al Regno di Sardegna prima e a quello d'Italia poi;
RILEVATO
che alla luce di quanto esposto la Liguria gode del diritto internazionale imprescrittibile di poter ritornare indipendente, come lo era stata per secoli e secoli;
che con l'Unione Europea, sempre di più si parla di una "Confederazione di Stati nazionali' e non sussiste più il pericolo (in allora presente) di invasioni di eserciti francesi, tedeschi, spagnoli, austriaci, ecc., che, transitando per la Liguria, possano invadere la penisola italiana;
che se la Liguria ritornasse quella che è stata per oltre 700 anni, una Nazione – Stato indipendente, e come tale entrasse in Europa (nella stessa forma e maniera di come è entrato il Lussemburgo e vi entreranno Malta, Cipro, la Slovenia e numerosi altri piccoli e medi Stati-nazioni indipendenti europei), la Liguria, di nuovo indipendente e sovrana, porterebbe nell'Unione Europea tutto il suo peculiare patrimonio di cultura e civiltà che solamente la violenza ha potuto finora sospendere;
che il ritorno della Liguria all'indipendenza, porterebbe anche al ripristino, positivo e salutare, di tutte le responsabilità decisionali politiche ed economiche per tutte le classi dirigenti liguri, senza più poter scaricare sul lontano governo romano le proprie responsabilità;
INVITA IL SINDACO E LA GIUNTA
oppure IL PRESIDENTE della REGIONE e la GIUNTA
oppure IL PRESIDENTE della PROVINCIA e la GIUNTA
ad attivarsi per ottenere pacificamente e civilmente la riaffermazione dei diritti internazionali che la Liguria possiede di ritornare indipendente e sovrana, in particolare sottoponendo il Caso Liguria e i connessi diritti internazionali, ad un Tribunale Internazionale o ad un Organismo Internazionale.
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