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Il Secolo XIX
Edizione Levante
Domenica 8 febbraio 2004
IL CASO |
Anche Recco "sceglie" l'indipendenza
Recco. I più accesi sostenitori della Liguria indipendente? Sono i Comuni del Golfo Paradiso, se è vero che su cinque amministrazioni, che hanno votato la delibera in cui si chiede alla Regione il riconoscimento statutario dell'indipendenza, ci sono appunto quella di Camogli e, dall'altro ieri, anche Recco (gli altri "autonomisti" sono Mignanego, Casella e Cogoleto). La delibera di giunta, che è stata salutata con soddisfazione dal Movimento Indipendentista Ligure (Mil) ha ottenuto l'unanimità degli assessori.
«Abbiamo accolto in toto la richiesta di presentare la proposta statutaria - conferma Emilio Razeto, assessore alle Tradizioni - non si tratta di sancire l'indipendenza della Liguria, ma di prendere atto che la Repubblica di Genova, nel 1814, fu annessa senza plebiscito e quindi in maniera illegittima. Recco, tra l'altro, era un capitanato della Repubblica e aveva un ruolo di primo piano».
Così i recchesi, al pari dei cugini camogliesi, hanno deciso di chiedere alla Regione Liguria di inserire, nel nuovo Statuto Regionale, una premessa storica che recita: «La Liguria è stata per oltre settecento anni una Nazione Stato sovrana ed indipendente. Detta indipendenza non risulta essere stata mai rinunciata in quanto la Repubblica di Genova non ha accettato le statuizioni del Congresso di Vienna del 1815 e non ha mai votato - a differenza di altre regioni italiane - alcun plebiscito per l’annessione all’Italia».
Stando a quanto spiegano Franco Bampi e Vincenzo Matteucci, presidente e segretario del Mil, anche altri Comuni si apprestano a compiere lo stesso passo di Recco. E aggiungono: «Adesso ci attendiamo un analogo passo da parte della Comunità Montana, che si è già impegnata al riguardo».
E. M. (Edoardo Meoli)
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