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La Stampa

Domenica 10 aprile 2005


GLI INDIPENDENTISTI: CH1EDIAMO GLI ARRETRATI A CARLO

La bandiera inglese «concessa» da Genova


GENOVA

Tra i tanti guai che affligono la coppia reale inglese formata da Carlo e Camilla, che ieri hanno coronato un sogno d'amore coltivato più o meno apertamente da trent'anni e più, una «grana» arriverà anche da Genova. Difficilmente la fronte di Carlo e Camilla si aggrotterà più di tanto, anche se forse la questione - sollevata dagli indipendentisti Liguri del Mil - ha una sua legittimità. A spiegare la questione, che dalle pagine di storia è stata volutamente fatta scivolare nel gossip, è Franco Bampi, il segretario del movimento che da anni sostiene il diritto di Genova e della Liguria a «ri-tornare» indipendente, annullando l'annessione forzata al Regno di Sardegna decisa nel 1814 e mai sottoscritta dai genovesi con un plebiscito. «I telespettatori che hanno seguito le nozze di Carlo e di Camilla, insieme alle bandiere inglesi hanno visto sventolare anche le bandiere gloriose della Repubblica di Genova: la croce rossa in campo bianco, il vessillo di San Giorgio. Ciò avviene perché l'Inghilterra ha "acquistato" questo diritto nell'anno 1190 impegnandosi però a pagare alla Repubblica di Genova, ogni anno, una certa cifra. Poiché tale contratto non è mai stato "disdettato" e l'Inghilterra continua a usare quella bandiera, il Mil chiede alle Istituzioni liguri se non sia il caso di chiedere ufficialmente all'Inghilterra anche il pagamento della cifra allora pattuita, con tutti gli arretrati e gli interessi». A sostenere la tesi che il vessillo di San Giorgio usato dagli inglesi sia lo stesso che da sempre contraddistingue Genova è - oltre ai documenti notarili del XII secolo - un «diretto interessato»: sua altezza reale il Duca di Kent che nel 1992, firmando il depliant del padiglione britannico all'Esposizione Colombiana di Genova, elencando i legami tra Genova e l'Inghilterra, ricorda proprio l'episodio del 1190. Tra l'altro, ricorda Bampi, «a chiedere di poter utilizzare il vessillo fu Riccardo Cuor di Leone alla partenza per la Terza Crociata. A quell'epoca Genova era padrona dei mari e inalberare sulle proprie navi la croce rossa in campo bianco parve al monarca inglese una garanzia di "immunità", o quasi».

D'altra parte, i legami (e i «prestiti») genovesi all'Inghilterra non si fermano qui. Il San Giorgio che uccide il drago che figura sulle sterline fu inciso per la prima volta nel 1818 dall'italiano Benedetto Pistrucci per le monete di re Giorgio III: somiglia in modo straordinario al San Giorgio che nel 1814 Genova, ritornata per pochi mesi indipendente sotto (che combinazione!) la protezione inglese, volle per la propria moneta d'argento. 1814 Genova, 1818 Inghilterra (con incisore italiano): soltanto un caso?

[m.r.] [Marco Raffa]

La bandiera di Genova sulla «Grimaldina»

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