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Il Giornale
Martedì 17 maggio 2005
A PROPOSITO DEI SAVOIA
Genova non rubò l'indipendenza
Leggiamo su “Il Giornale” dell’28 marzo l’intervento di Glauco Berrettoni che propone ai lettori proprie autonome considerazioni in relazione ai plebisciti. Per chiarezza citiamo subito l’autorevole affermazione del Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi secondo cui lo Stato Italiano deriva la propria legittimità dai plebisciti fatti votare a metà dell’Ottocento. La Liguria non è mai stata chiamata a votare alcun plebiscito di annessione né al Regno di Sardegna né al regno d’Italia: per questo conserva inalterato il diritto di poter ritornare indipendente. Infatti, secondo il diritto internazionale uno Stato può entrare in possesso di un territorio (1) per cessione, (2) per successione, (3) per occupazione armata. In quest’ultimo caso è condizione imprescindibile di legittimità che il territorio occupato sia terra di nessuno, oppure che l'occupazione venga sancita da plebiscito. La Liguria fu occupata militarmente dai Savoia il 7 gennaio 1815 e nessun plebiscito sanzionò tale atto illegittimo.
Berrettoni vorrebbe concludere che molti dei comuni liguri potrebbero vantare un autonomo diritto all’indipendenza. Ma basta fare una banale ricerca su Internet per scoprire che tutti i casi citati da Berrettoni sono legittimi essendo o atti d’acquisto (cessione) o patti bilaterali. Ricordiamo che il 9 giugno del 1162 Federico Barbarossa stipulò a Pavia un trattato con Genova assegnando ai Genovesi il dominio su tutto il litorale da Portovenere a Monaco e il pieno diritto all'autonomia. E se questo a Berrettoni pare ancora poco, citeremo l’affermazione qualificata del prof. Geo Pistarino: «I Genovesi stessi si definirono nel medioevo una "Comunitas"; io ho usato il termine, forse un poco improprio, di "Commonwealth", alla inglese» (il testo completo è reperibile all’indirizzo Internet http://www.francobampi.it/liguria/varie/pistarino.htm). Ossia i Genovesi lasciavano alle comunità liguri amplissimi margini di autonomia e di governo.
Non ci pare che un’Italia che continua a riproporre la “questione meridionale” rappresenti quella provvidenza citata da Berrettoni. Come mai la massiccia emigrazione degli italiani avviene dopo l’Unità d’Italia e non prima? Perché i Savoia requisirono uomini e animali per fare le guerre e, per finanziarle, imposero la tassa dei poveri, quella sul macinato! Non ci pare che gli Italiani debbano essere grati ai Savoia per avere “unito” l’Italia in questo modo.
Vincenzo Matteucci e Franco Bampi
presidente e segretario
del M.I.L.- Movimento
Indipendentista Ligure
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