LETTERE
Genova sia capitale di qualità della vita
L’intervento di Mario
Castagnola del 10 agosto, favorevole all’inceneritore della rumenta impone
di replicare. Sarà bene ricordare subito ai cittadini che "nulla si crea e
nulla si distrugge" (legge di Lavoisier). Quindi non può esistere alcun sistema
di smaltimento che faccia sparire la massa di rumenta che produciamo. Bruciandola,
semplicemente ne trasformiamo, per esempio 100 kg, in 30 kg di ceneri e 70 kg
di fumi. Con il gravissimo rischio che i 30 kg di ceneri siano altamente inquinanti
e così pure i 70 kg di fumi (in realtà ben di più perché bisogna includere anche
altri elementi chimici necessari per la combustione, ossigeno, ecc.). Il gravissimo
rischio, che è quasi una certezza, è che i 30 kg di ceneri siano altamente inquinanti
e così pure i 70 kg di fumi e, per rendere il tutto il meno inquinante possibile,
occorrano tecnologie costosissime che necessitano di continuo aggiornamento (con
aumento esponenziale dei costi!). L’energia elettrica che si dovrebbe ricavare dal
bruciatore, per una insulsa legge dello Stato italiano, viene valutata-considerata
molto di più di quella normalmente prodotta, per esempio, dalle attuali centrali
idroelettriche, perché è stata considerata capziosamente "assimilabile" a quella
prodotta con le fonti alternative non inquinanti (sole, vento, mare). Ciò comporta
che a tutti noi cittadini viene chiesto un esborso, un sovrapprezzo supplementare
che paghiamo con la bolletta della luce. Naturalmente ci teniamo tutto l’inquinamento
che, comunque, viene immesso nell’aria con i fumi dell’inceneritore. Così respiriamo
aria inquinata e permettiamo che l’inquinamento ricada anche nell’acqua potabile
dei nostri bacini idrici e nelle colture agricole presenti nel raggio di tali
polveri (si pensi alle coltivazioni di nicchia del basilico di Prà). Tutto questo
percorso è evitabile con una raccolta differenziata spinta che recuperi tutto
quello che c’è nei rifiuti. E solamente indispensabile una forte volontà politica
per fare tutto questo. Le città di Camberra, San Francisco e Seattle ed anche alcuni
comuni italiani, lo stanno già facendo e per ogni tipologia di rifiuto (carta, vetro,
lattine, plastica, legno, residui alimentari, ecc...) si creano vere e proprie
"filiere di recupero", con la creazione di numerosi posti di lavoro. Il Mil si batterà
a oltranza perché questo avvenga anche a Genova convinto che questa strategia dei
rifiuti, insieme all’uso sempre più spinto dell’energia elettrica dalle fonti
alternative (sole, vento, mare) e alla diffusione della metropolitana sotterranea,
da Nervi a Voltri e fino a Pontedecimo e Prato, sia la strada migliore per far sì
che Genova diventi la "capitale mondiale della qualità della vita", con tutto
quello che ne consegue per la salute dei cittadini e per la creazione di numerosi
posti di lavoro legati ed indotti da tale scelta di vita. Risulterà quindi inevitabile
che, per il traffico cittadino, si incentivi sempre di più l’uso di veicoli pubblici
e privati elettrici: questo è il futuro che vogliamo per le nostre mamme che potranno
così portare a passeggio i loro bambini, senza essere costrette a farli respirare
in autentiche "camere a gas", come sono oggi le nostre strade cittadine.
Franco Bampi
Segretario Movimento
Indipendentista ligure |