CURIOSA LA SCELTA DEGLI INDIPENDENTISTI LIGURI
Mil, sorteggio designa il candidato sindaco
Federica Sattanino, 41 anni,
proprietaria di un panificio di via Fiasella,
ha "prevalso" su altre 4 donne
È Federica Sattanino, 41 anni, proprietaria di un panificio di
via Fiasella, la candidata sindaco del Mil (movimento indipendentista ligure) alle
prossime elezioni. La designazione è avvenuta tramite sorteggio, che si è svolto
ieri mattina all'esterno del palazzo di Giustizia, nei pressi della statua dedicata
a Balilla (la Sattanino era assente a causa dell'influenza con febbre a 40°). In
un'urna sono stati sistemati 5 bigliettini ripiegati, sui quali sono stati scritti
i nomi di altrettante donne genovesi, tutte di età inferiore ai 45 anni e senza
precedenti esperienze politiche. Poi, è stato chiesto a un bambino di estrarre un
biglietto dall'urna. «Francesca Sattanino» ha letto il foglietto il notaio Paolo
Benetti. «Nella Repubblica di Genova - ha spiegato Franco Bampi, segretario del
Movimento indipendentista ligure - i Dogi venivano eletti "per sorteggio"
dopo una lunga procedura per la scelta dei papabili. Il Mil, non potendo avere in
questa sua prima fase di vita una "lista di persone" già pronta da
sottoporre a sorteggio, ha comunque voluto dare un segnale di novità: in una
comunità, come quella genovese, dove ancora domina la gerontocrazia maschile,
abbiamo deciso di immettere nell'urna i nomi di sole donne, di età inferiore ai
45 anni e prive di esperienze politiche». «La prescelta Federica Sattanino sarà
una vera rappresentante della gente comune, delle donne che ogni giorno devono
affrontare i problemi che hanno tutte le genovesi. La nostra è dunque una
"battaglia di popolo" e non "di personalità già conosciute"
che hanno, più o meno tutte, agevolazioni e privilegi, anche se legittimi». Bampi
ha illustrato il programma del Mil. «Ci proponiamo di recuperare alla Liguria,
con azioni politiche e giuridiche, la sovranità di nazione indipendente, perduta
temporaneamente nel 1814 a causa dell'illegittima decisione presa dal Congresso
di Vienna del 1814-15, e mai ratificata, da un plebiscito popolare». E ancora.
«Abbiamo già dimostrato che il fiume di denaro che dalla Liguria viene dirottato
a Roma è enorme. Ad esempio, come tasse portuali ogni anno circa 8 mila miliardi
di vecchie lire volano nella capitale. In più, si devono calcolare altri 8-12
mila miliardi di vecchie lire per mancati incassi (per la mancanza dei finanziamenti
per costruire le infrastrutture). Insomma, in dieci anni la Liguria ci ha rimesso
circa 200 mila miliardi di vecchie lire, ai quali va aggiunta la valanga di soldi
dell'Irpef, Irpeg, Irap, Iva, imposte sui carburanti; bolli, francobolli, lotto
e scommesse, canone Rai, etc. E non dimentichiamo il fatto che la Liguria, con le
tre centrali elettriche di Vado, Genova e La Spezia producono quasi il doppio
dell'energia che la nostra regione consuma: anche questa "ricchezza" va
a finire fuori dalla Liguria, la quale si tiene però l'inquinamento prodotto dalle
centrali».
[m. m.]
Il notaio Benetti mostra il biglietto
"vincente"
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