LA CURIOSITÀ
«Mi candido alla Provincia. Per cancellarla»
Peo Campodonico, autore
dell’inno del Genoa ed ex
docente: «Solo con il
federalismo fiscale si
risolvono i problemi» |
Peo Campodonico |
C’È UN CANDIDATO presidente della Provincia che, nel suo
programma, ha come obiettivo l’abolizione della Provincia stessa. Ma quella
di Piero Campodonico, candidato del Mil (movimento indipendentista ligure)
è una provocazione e viene da un personaggio che non ha bisogno di
presentazione: Campodonico è il Peo genoano per tutti (ha scritto l’inno
rossoblù), ha 72 anni, è un ex professore di ragioneria all’Abba e al Vittorio
Emanuele. Ma ha anche un curriculum politico come ex assessore comunale dal
‘71 al ‘76 nel Psi. Senza trascurare la sua passione per il teatro dialettale
(è regista ed attore). «Tutti i partiti sembrano aver dimenticato - ricorda -
che, dopo il ‘70, con l’istituzione delle Regioni, era prevista l’abolizione
delle Province. Invece, da 37 anni, nessuno parla di questo. E io ho proposto
questo obiettivo, subito dopo il programma del Mil, che chiede l’indipendenza
della Liguria, con la creazione di una Repubblica autonoma». Domanda d’obbligo.
Se i genovesi dovessero eleggere Campodonico come Presidente della Provincia,
il giorno dopo l’investitura, che cosa farebbe? «Mi batterei per l’indipendenza
della Liguria, o almeno per far rimanere nella nostra terra, per creare le
infrastrutture le tasse che derivano dal porto. Secondo uno studio della Bocconi,
basterebbe il gettito di un anno per il terzo valico e le altre infrastrutture.
Eppure, a Roma non trovano mai i soldi per Genova, lo sviluppo del porto e della
città. Senza infrastrutture, il futuro della nostra area e quello dei nostri
figli diventa difficile. E poi penserei subito al futuro senza le Province.
Questo, se ce ne fosse bisogno, dimostra che non mi candido per avere una
poltrona, ma per portare avanti gli interessi di Genova e della Liguria». Ma,
senza la Provincia, Rondanina con i suoi 100 abitanti e i Comuni piccoli che
cosa potrebbero fare? «Ci vogliono i consorzi tra Comuni, oltre alla città
metropolitana. Così si risolvono i problemi sul posto dei residenti. Basterebbe
destinare ai consorzi i soldi destinati alle Province». Proprio in questi giorni
lo Sdi è riuscito a ricompattare tutti o quasi i socialisti. Lei sembra essere
rimasto uno dei pochi su cui non ha avuto effetto il profumo del garofano...
«Il mio cuore batte a sinistra. Ma con lo Sdi oggi non potrei schierarmi perché
la scelta di Marta Vincenzi a candidato sindaco è stata fatta da Roma e a Roma,
non dai genovesi. È stata una scelta imposta alla città, secondo me, con metodi
stalinisti. Anche se non dico agli altri di non votarla, personalmente non lo
farò. Non ho dimenticato quando aveva affermato che Enrico Preziosi, presidente
del Genoa non doveva restare a Genova, non ne era degno. Ma su questo, ce ne
sarebbe anche per altri».
GIULIANO MACCIÒ
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