ditelo a Maggiani
I danni per l'esilio ai Savoia/2
A Genova devono 2 miliardi
La cosidetta "famiglia reale" dei Savoia ha finalmente fatto
capire perchè ci teneva tanto a rientrare in Italia: diventando cittadini
italiani potevano citare in giudizio il governo per chiedere i danni che, secondo
loro, hanno subito. Come genovese mi auguro che il governo italiano debba
risarcirli dei 260 milioni di euro richiesti. Finalmente così il Sindaco di
Genova potrà citare i Savoia in giudizio e chiedere loro i 2 miliardi di euro
per i danni che il loro avo, Vittorio Emanuele II, fece alla Comunità genovese
durante il saccheggio del 1849. Il senatore Aleandro Longhi ha presentato il
18 luglio 2002, una initerpellanza parlamentare dal titolo: "Al rientro in Italia
i Savoia risarciscano i danni per il sacco di Genova del 1849 voluto da Vittorio
Emanuele II" e ha quantificato tali danni in 721 mila lire di allora che,
rapportati ad oggi, con i relativi interessi, fanno appunto 2 miliardi. Invito
il Sindaco di Genova, a tutela degli interessi dei suoi cittadini, ad iniziare
già le relative pratiche legali. Anzi, già che ci siamo, dia anche il via alle
procedure per rimuovere da piazza Corvetto l'odiosa statua di Vittorio Emanuele
II che, dopo il saccheggio, ringraziando il generale La Marmora per il «lavoro
svolto», definì i genovesi «vile ed infetta razza di canaglie». Sarebbe anche
bene che il presidente della Regione, a tutela di tutti i Liguri che legittimamente
rappresenta, prendesse in considerazione un'enorme richiesta di danni morali da
fare, sempre ai Savoia, perchè come ha scritto il senatore Longhi nella sua
interpellanza: nel 1849 «...il popolo genovese insorse nella speranza di riottenere
l'indipendenza, ma il re dette ordine di reprimere l'insurrezione». Un Tribunale
internazionale, oltre che ristabilire il diritto della popolazione ligure a
riavere la sua legittima indipendenza, quanto valuterebbe i danni morali subìti
da una Comunità a cui è stata imposta, illegittimamente e con la violenza, per
192 anni, la perdita della sua legittima indipendenza (dal 1815)?
Vincenzo Matteucci e-mail
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