SANTA MARGHERITA. DORINO VICINI:
«RISVEGLIAMO L'AMOR PATRIO NEI GIOVANI»
Elezioni, anche il Mil in corsa
«Guardi questo è un libro del 1830: Ritratto
dei Dogi Liguri». Un volume maestoso, come la storia della
Repubblica di Genova. Storia di galee, crociate, commerci,
statuti, stemmi di grifoni eretti ai lati del San Giorgio. Cose
di cui Dorino Vicini, 65 anni, artigiano in pensione, potrebbe
parlare per ore. È lui, e non sorprende, il responsabile epr
Santa Margherita del Movimento Indipendentista Ligure, il
partito che dal 2001 si batte perché alla Liguria sia
riconosciuto il diritto all'indipendenza, persa allorché il
Congresso di Vienna - correva l'anno 1815 - ne decretò
l'annessione al Regno sabaudo. «Senza indire alcun plebiscito».
Senza, cioè, alcuna parvenza di legittimità. E poiché
l'intenzione di Vicini e del suo Mil è quella di prender parte
alla prossima tornata elettorale, eventuali aspiranti sindaci
interessati all'apparentamento dovranno fare i conti con questo
diritto storico all'autodeterminazione. «Nel 2009 ci saremo.
Dobbiamo ancora decidere se correre autonomamente o se
appoggiare un'altra lista. Ma diremo la nostra». Vicini e il suo
movimento possono mettere sul piatto una buona base di partenza:
80 voti, quelli incassati in occasione delle ultime elezioni
provinciali. Voti corredati dalla voglia di una rinascita del
borgo, «di cui bisogna risvegliare l'amor patrio, soprattutto
nei giovani». Ma niente Mazzini, Garibaldi e Cavour. Al loro
posto Guglielmo Embriaco e Andrea Doria. Per Vittorio Emanuele
II, fautore del "sacco di Genova" in cui i bersaglieri di La
Marmora trucidare il trucidabile per sedare una piccola rivolta,
«sarebbe invece opportuna, a corredo del monumento sito nei
giardini a mare, una stele infamante. Fu con loro, con i Savoia,
che iniziò il declino di una terra che in passato fu ricchissima
e all'avanguardia in tutti i campi». Ma attenzione: il Mil non
ha niente a che vedere con la Lega Nord. Si oppone al
centralismo di Roma, vero, ma dichiara fermamente la «diversità
della Liguria dalla Padania, ossia la peculiarità di una terra
che rischia di rimanere schiacciata da un gioco di interessi
estranei». Questo lo sfondo alla rincorsa di un nuovo benessere,
«che passa per l'incentivo alla residenzialità. Penso alla
creazione, in Comune, di un ufficio preposto a un mercato
immobiliare locale che argini speculazioni socialmente dannose».
Il tunnel? «Siamo aperti alla discussione, personalmente avevo
già proposto di valutare la fattibilità di un'uscita in località
Violara, a San Lorenzo, ovvero un'uscita con strada panoramica».
Turismo? «Leggo che il Consigliere De Giovanni propone una nave
polifunzionale che dalla rada prenda la direzione delle acque
internazionali. Ma la vera sfida è quella di realizzare il
casinò e le altre attività di intrattenimento a terra». Poi i
regolamenti: «Farseschi quelli sull'antiterrorismo con cui sono
stati multati proprietari di imbarcazioni rei di niente». E
infine la sicurezza: «Ci sono segnali preoccupanti. Dobbiamo
vigilare».
G.M.B.
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