Gronda, il tracciato fai da te
più gallerie meno viadotti
Come si diventa ingegneri trasportisti? Ad esempio, quando il
tracciato della Gronda, almeno ipoteticamente ti passa sopra la testa, in via
al Garbo, mettendo in pericolo casa e polmone verde con «erba medica, orto,
frutteto e vigneto». Che fare? Una galleria che colleghi la A12 e che risparmi
l'area del Garbo; mentre la Valpolcevera si potrebbe decongestionare, aggiunge,
con un altro tunnel tra Genova ovest ed Est che passasse sotto il Righi e il
fosso Lagaccio. Lo scrive Riccardo Romeo, uno dei genovesi che stanno dando
vita a quell'"ingegneria popolare" come l'ha definita Marta Vincenzi, che si
dimostra l'elemento più importante del dibattito pubblico sulla Gronda. Agli
"alternativi", cioè i proponenti dei tracciati "fai da te" rispetto alle proposte
di Autostrade per la Gronda, piacciono le gallerie; senza contare viadotti
evitati e svincoli spostati in zone pressoché deserte. E molti consigli a
lasciar perdere tutto e a riportare l' attenzione sulle strade che ci sono e
potenziare i treni. L'ingegneria popolare sarà protagonista martedì all'Albatros
di Rivarolo quando, oltre ai cinque tracciati già noti - discussi in gruppi di
lavoro, peraltro contestati dai comitati antigronda che temono di essere "divisi"
ad arte e probabilmente sceglieranno un partecipazione silenziosa ai gruppi,
per esprimersi poi nella seduta plenaria - ne verranno illustrati altri quattro
alternativi (proposti da Marco Canepa, Elio Vigna, Giancarlo Bonifai e Alessandro
Sinagra e da Vincenzo Matteucci del Mil). Altrettanto accadrà, nel gruppo di
lavoro sull' impatto in sponda sinistra del Polcevera, per i suggerimenti espressi
da Massimo Aceti e Riccardo Romeo. Sul sito i "quaderni degli attori", intendendo
con questo termine tutti i protagonisti che prendono la parola, a favore e
contro, sono riportati con studie cartine. Il progetto più corposo è quello di
Bomufai e Sinagra (con Roberto Ionna e Giovanni fornaciari) che sposta l'inizio
del tracciato appena sotto il Turchino, al viadotto Gorsexio, proseguendo con
più gallerie spezzate da viadotti (un elemento di maggior sicurezza, dicono i
proponenti) sino alla Valvarenna, dove riprende il percorso già disegnato da
Autostrade. Da Borzoli i Tir scenderebbero su Cornigliano per raggiungere il
porto con la strada a mare; un viadotto sul Polcevera sopra i mercati, ma toccando
poche case, e collegandosi in galleria alla A12. Anche Marco Canepa riparte dal
Gorsexio per raggiungere il Varenna, ma non prosegue in Valpolcevera, insistendo
invece sul potenziamento della metropolitana e della ferrovia. Parla di una
"forcella" tutta dedicata alle merci l'architetto Vigna: un braccio su Voltri,
un altro su Cornigliano e Sampierdarena tramite strada a mare, e poi un unico
asse fino a Busalla per reimmettersi sulla A7. Per Vincenzo Matteucci del Mil
la soluzione, invece, è tutta in galleria, con una tangenziale sotterranea da
Nervi a Voltri, e progressivamente dismettendo gli attuali tracciati
autostradali. A parte quest' ultimo, tutte le proposte alternative insistono
su un tema sul quale per ora Autostrade sembra fare orecchie da mercante: il
declassamento della A10, che diventi tangenziale urbana. E' uno degli elementi
fondamentali, se ci ricordiamo bene, per cui si pensava necessaria la Gronda:
come mai se ne ricorda solo l'ingegneria popolare?
Donatella Alfonso
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