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L’ALTRA GRONDA
In Liguria tutti i tunnel corrono paralleli
all’arco dell’Appennino
Ecco perché l’alternativa di un tracciato sotterraneo
non è poi tanto fantasiosa
Carissimo Lussana, che Mario Lauro «ce l'abbia con il M.I.L.»
è ormai risaputo! La sua «fedeltà» ai Savoia gli gioca però dei brutti scherzi.
Replicando alla nostra proposta della «tangenziale sotterranea» ha scritto:
«Storia delle gallerie... si devono realizzare per attraversare una catena
montuosa e quindi hanno sempre un tracciato perpendicolare alla catena montuosa;
la proposta del Mil prevederebbe un tracciato parallelo alla catena dell'Appennino
Ligure e sarebbe il primo caso al mondo quello di proporre un tracciato
sotterraneo da Nervi a Cogoleto..». Ho una «strana» impressione: seconde me,
Mario Lauro non conosce proprio la Liguria! Tutte le gallerie ferroviarie ed
autostradali della Liguria sono «parallele» alla catena dell'Appennino Ligure!
La «tangenziale sotterranea» che abbiamo proposto, inizialmente, essendo quasi
un arco, va quasi perpendicolare alla catena montuosa, ma nella parte alta
dell'arco avrà un andamento parallelo. Quanto poi alle «tasse portuali», che
vadano prima a Bruxelles e poi «ritornino» a Roma (dopo le «trattenute» europee),
non cambia nulla. Noi vogliamo che, di quelle che «tornano» a Roma, ne vengano
lasciate in Liguria almeno l'80-90%! Sul «Master Plan» delle infrastrutture
Liguri, siamo d'accordo con lui. Quanto alla «storia industriale» della
Valpolcevera, riteniamo che non sia «molto positivo» che quella che era considerata
come «una delle più belle valli dell'Europa», per «ragioni prima militari e poi
civili» abbia dovuto subire un autentico «massacro ambientale e paesaggistico».
Ragionando con il «metro» di Mario Lauro, allora anche tutte le fabbriche di
Eternit (con il relativo amianto!) portavano «stipendi» ai dipendenti. Anche
la Stoppani di Cogoleto «inquinava» e «dava stipendi»! Non c'era bisogno di
«imbarcarsi per emigrare nelle «Meriche»... Bastava scegliere un «diverso»
tipo di sviluppo! Non dobbiamo mai dimenticarci che Genova (e la Liguria) hanno
dovuto «subìre» un certo tipo di sviluppo (le Acciaierie di Cornigliano, l'Acna
di Cengio, ecc..) perché era un tipo di sviluppo che era «strategico» per lo
Stato «italiano» (economie di guerra, ecc..). Noi Indipendentisti Liguri siamo
sicuri che, una Liguria che avesse potuto «conservare» la sua Indipendenza,
avrebbe anche avuto una classe dirigente che avrebbe saputo «scegliere» un
diverso tipo di sviluppo! Cordiali saluti.
Vincenzo Matteucci
presidente Movimento
Indipendentista Ligure
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