Moschea a Cavour, l'ultima tentazione
PER NON cantarsela e suonarsela, la Lega Nord, mentre stampa
cinquemila schede con su scritto "Volete voi l' edificazione della moschea
in via Bartolomeo Bianco?", scrive alla Comunità Islamica chiedendo loro di
presentarsi al referendum-provocazione promosso per sabato, costituendo un
comitato per il sì. Gli islamici rispondono seccamente di no («questo referendum
non ha valore, sarebbe andare contro la Costituzione e noi la rispettiamo»
chiarisce il portavoce Alfredo Maiolese) e rilanciano a sorpresa: «Il Comune
ha scelto l'area del Lagaccio e ci va benissimo, ma se intorno a un tavolo
si volesse proporre, come sito alternativo, il Mercato del pesce di piazza
Cavour, per noi sarebbe la soluzione ideale. Saremmo disposti, se l'edificio
è vincolato, anche a rinunciare al minareto». Più che cauta Marta Vincenzi,
ma disponibile al confronto: «Il Comune ha fatto la sua scelta, e dalla
comunità islamica mi attendo che, prima di tutto, facciano ciò che abbiamo
chiesto loro, cioè dar vita alla Fondazione, garantendo anche la tracciabilità
dei fondi, che siano cioè estranei alla società di Segrate che fa capo
all'Ucooi. Se poi da loro venisse una proposta di cambiamento, suffragata
da impegni concreti, la esamineremo». Ma la sindaco non nasconde che, come
già chiarito la scorsa settimana in consiglio comunale, ogni discussione
vada rimandata: ufficialmente a quando la comunità islamica avrà realizzato
la Fondazione; in ogni caso dopo le elezioni regionali. La Lega, dal canto
suo, insiste con il referendum, chiede con un'interpellanza del consigliere
Alessio Piana alla Vincenzi se sia vero il toto-moschea che riguardi, oltre
al Mercato del pesce proposto dal Mil, il movimento indipendentista di
Franco Bampi (che assicura che un pool di architetti ha certificato come
l'edificio sia anche orientato verso la Mecca) e Vincenzo Matteucci, anche
la fascia di Rispetto di Prà. Ma soprattutto, insiste il segretario Edoardo
Rixi, «prima di tutto bisogna ascoltare i genovesi, ed è per questo che
facciamo il referendum». Undici gazebo in funzione dalle 10 alle 19 di sabato
da San Nicola a San Teodoro, voto concesso ai maggiorenni residenti da
castelletto al Lagaccio, da Oregina a Dinegro, più un seggio mobile pronto
a spostarsi di casa in casa per permettere a disabili e anziani di partecipare
alla consultazione elettorale». Se raccoglieremo mille voti sarà un flop,
ma consideriamo che ce ne possano essere tra tre e quattromila - confida
Rixi - È chiaro che sarebbe meglio se si presentassero anche i contrari».
Già, altrimenti manca la riprova. Per questo parte la letterina indirizzata
alla Comunità islamica, dopo che già la Vincenzi aveva respinto l'invito
a partecipare al referendum schierandosi a favore del sì, bollando l'iniziativa
come una provocazione tout court. «È una lettera che trasuda miele e
sicuramente rende un po' impossibile adesso a Rixi continuare a tacciarci
di amici di Al Qaeda - commenta Maiolese - ma in ogni caso, a quel
referendum non partecipiamo, e per noi la scelta del Lagaccio va più che
bene, tanto che stiamo completando il progetto. Però a noi sta a cuore che
non ci siano strumentalizzazioni politiche e scontri veri e propri; per questo,
al nostro interno, abbiamo già detto che, se ci venisse proposto, potremmo
ragionare positivamente sul Mercato del Pesce di piazza Cavour. Nel Centro
Storico c'è la maggior concentrazione di musulmani, non ci sarebbero problemi
di accesso perché ci si arriva a piedi, in metropolitana o col bus e,
nel caso di grandi feste che richiamano ospiti anche da lontano, ci sono
tutti i parcheggi del Porto Antico e della Darsena. Infine,e non mi sembra
una cosa da poco, torneremmo ad avere una moschea in porto, com'era secoli
fa; e, trovandosi a poca distanza dal Porto Antico e dall'Acquario, potrebbe
diventare anche un elemento di attrazione turistica. Tolte le scarpe,
accoglieremmo chiunque voglia venire a visitare la moschea, spiegando
cultura e religione islamica, offrendo il tè. Penso che potrebbe diventare
davvero un elemento di attrazione per la città». Resta da chiarire un
elemento non secondario: il minareto, che gli islamici genovesi hanno
sempre rivendicato come elemento di identità, e che invece non potrebbe
essere realizzato in piazza Cavour, visti i vincoli che esistono sulla
struttura architettonica. sareste disposti a farne a meno? «Non sarebbe un
problema», conferma Maiolese, che della questione ha già discusso con l'imam
Husein Salah. E la Fondazione, sulla quale la sindaco vi sollecita a dare
una risposta, a rischio di perdere la possibilità di fare la moschea? «È
solo una questione di far sedere le persone intorno ad un tavolo, ma sarebbe
assurdo, dopo otto anni di impegni e di battaglie, non farla per nostra
responsabilità - ammette Maiolese - sarebbe un autogol senza senso. Ma
non sarà così».
DONATELLA ALFONSO
|