il dibattito sulla moschea
IL MERCATO DEL PESCE
Chi ci critica non conosce la storia
Rispondo al Sig. Dionisio Di Francescantonio per quello che
ha scritto su «il Giornale»
del 27 gennaio 2010 a proposito della proposta del MIL (di cui sono
presidente e quindi legale rappresentante) sull'allocazione di una moschea al
mercato del pesce. Circa la sua affermazione: «Proposta demenziale e inaccettabile,
ma soprattutto ingenua o, per dir meglio,cretina...», pur considerandola offensiva
e quindi legalmente perseguibile, lasciamo solamente ai lettori intelligenti
esprimere un loro sereno giudizio. Per tutte le altre argomentazioni, le riteniamo
espresse da chi, probabilmente, non conoscendo la vera Storia della nostra
Comunità, ignora quello che è accaduto negli oltre 700 anni di indipendenza
come Repubblica di Genova. Negli anni intorno all'anno mille c'è stata una
grande conflittualità fra il mondo islamico e la comunità genovese. I pirati
musulmani spesso saccheggiavano le nostre coste ed assalivano le nostre navi.
Ne erano ripagati con la stessa moneta e da entrambe le parti venivano fatti
numerosi schiavi che poi erano anche riscattati. La Repubblica di Genova fondava
il suo benessere sui commerci ed i traffici marittimi ed era riuscita a creare
in tutto il Mediterraneo una vasta rete di «terminal» che allora si chiamavano
«maone» e «fondaci», stipulando accordi proprio con i paesi islamici di allora.
Nel 1500 a Genova, proprio nella Darsena era stata creata una moschea per
permettere agli schiavi ed ai mercanti islamici di poterci pregare. Il tutto
«controllato» dalle rigide leggi della Repubblica di Genova. Il loro iman di
allora era talmente benvoluto dagli abitanti genovesi che veniva chiamato
«papasso». E, contemporaneamente, sul mar Mediterraneo, i genovesi e i musulmani
se le suonavano di santa ragione! Ai nostri giorni, noi Indipendentisti Liguri,
riteniamo che la globalizzazione, il diffondersi di Internet e la presa di
coscienza dei diritti delle donne, porterà inevitabilmente ad un «cambiamento»
delle idee fondamentaliste violente di certe frange musulmane. Contemporaneamente,
in tutto il mondo crescerà la riscoperta dei valori delle proprie «radici
storiche» e quindi la «voglia» di indipendenza dei popoli. Nel 1946 gli stati
indipendenti erano solamente 74, oggi sono già 194! Pertanto, per la nostra
Comunità, noi riteniamo importante il recupero della sua Indipendenza, (avendone
tutti i diritti, non avendo mai votato il plebiscito di annessione all'Italia,
come invece hanno fatto le altre regioni italiane), per una maggiore assunzione
di responsabilità e di poteri decisionali. Con una forte «identità» della Comunità,
come abbiamo avuto negli oltre 700 anni della Repubblica di Genova, non avremo
alcuna paura della moschea islamica, perché le leggi che ci daremo serviranno
anche a tranquillizzare i cittadini. In sintesi cerchiamo tutti di ragionare: 1°)
Se una religione predica ed incita alla violenza, verso gli altri ed anche verso
se stessi (kamikaze, ecc.), va assolutamente contrastata. 2°) Il «delinquente»,
indifferentemente dalla religione che professa, va condannato. 3°) Ma nessuno
deve essere «criminalizzato» per la religione che professa o per il colore della
sua pelle. 4°) Tutte le religioni, non violente, hanno il diritto di poter essere
esercitate nei luoghi di culto e devono sottostare alle «nostre leggi civili e
penali», perché siamo in uno Stato LAICO. In più, noi Indipendentisti Liguri,
riteniamo che la nostra Comunità debba «ritrovare» le sue radici storiche ed i
Valori della sua Civiltà che per oltre 700 anni hanno fatto parte della nostra
Storia. Dobbiamo quindi riottenere la nostra Indipendenza, durante la quale, senza
paure,abbiamo fatto costruire anche una moschea nella Darsena ed abbiamo accolto
gli ebrei, ma con il rigoroso rispetto delle «nostre» leggi!
Vincenzo Matteucci
Presidente Movimento
Indipendentista Ligure
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