il dibattito sulla moschea
CONTRO I PREGIUDIZI
La paura dei musulmani è figlia della paura
Caro Massimiliano, ha ragione Fois nella sua lettera del 26 gennaio: se una città,
un popolo ha una forte identità allora non teme il diverso o lo straniero:
sa accoglierlo e, se l’ospite lo desidera, sa anche integrarlo. Se no, la
città fatta di deboli, la terra di un popolo imbelle e pauroso diventa terra
di conquista e il debole è destinato a soccombere. Ecco perché la Repubblica
di Genova non temeva i musulmani: era una società forte che pretendeva il pieno
rispetto delle leggi, degli usi e dei costumi di Genova anche da parte dei
musulmani. Ecco perché nella Repubblica di Genova c’era la moschea: un popolo
forte non ha paura! Ecco perché io non ho paura della moschea: io penso che
Genova sia forte e che non debba temere la costruzione di un edificio. E se
poi non ci fidiamo delle leggi italiane e della forza delle istituzioni,
ritorniamo indipendenti: ne abbiamo tutto il diritto. Ed ecco perché le
lettere apparse il 26
gennaio sono lettere di deboli e di perdenti. La filosofia che emerge è
quella del rifiuto per paura, del rifiuto perché non so fare altro per
difendermi. Personalmente temo di più la debolezza e la paura di una Chiara Destefanis che
la moschea. Caro Massimiliano le lettere che hai pubblicato, lettere di deboli,
sono quelle che mi fanno paura.
Franco Bampi
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