IL MOVIMENTO INDIPENDENTISTA BATTE CASSA
«Due miliardi dai Savoia per il saccheggio del
1849»
Due miliardi di danni, in euro, come risarcimento per quanto
Genova ha subìto durante il saccheggio del 1849. A liquidarli, pronta cassa,
al Comune sono chiamati gli eredi di Casa Savoia, in particolare quell’Emanuele
Filiberto che si fregia del titolo di principe e imperversa da qualche tempo
in tv, da «Ballando con le stelle» ai salotti della domenica, fino all’imminente
Festival di Sanremo. È lui a dover raccogliere, secondo il Mil-Movimento
Indipendentista Ligure di Vincenzo Matteucci e Franco Bampi, lo scomodo testimone
degli antenati che si sono resi responsabili - sono sempre Matteucci e Bampi a
sottolinearlo - di nefandezze non da poco, culminate con il «sacco» alla città
della Lanterna di metà Ottocento. Su questo il Mil non transige, soprattutto
dopo che Gaeta ha lanciato una vera e propria «Guerra ai Savoia» affidando
all’avvocato Pasquale Troncone l’incarico di chiedere il risarcimento danni
alla Casa reale per i danni provocati dall’assedio del 1860-61. Danni quantificati,
in realtà, in «soli» 220 milioni di euro, mentre Genova punta a due miliardi
netti, e senza sconti». Del resto, lo stesso Bampi, docente universitario e
appassionato cultore di Storia locale, ricorda come le vicende del fatidico ’49
siano immortalate «chiaramente nella targa che il Comune ha posto in piazza
Corvetto» e recita: «Nell'aprile 1849 le truppe del re di Sardegna Vittorio
Emanuele II al comando del generale Alfonso La Marmora sottoposero l'inerme
popolazione genovese a saccheggi bombardamenti e crudeli violenze provocando
la morte di molti pacifici cittadini aggiungendo così alla forzata annessione
della Repubblica di Genova al Regno di Sardegna del 1814 un ulteriore motivo
di biasimo affinché ciò che è stato troppo a lungo rimosso non venga più
dimenticato il comune di Genova pose». Certo, non sarà questo lo spirito
migliore con cui entrare nell’anno di vigilia del 150° anniversario dell’Unità
d’Italia che si terrà nel 2011. Ma - come sostiene anche il sindaco di Gaeta,
Antonio Raimondi - non sembra nemmeno giusto rifiutarsi di «riconsiderare alcuni
aspetti del passato, per rafforzare la propria identità nazionale che deve
basarsi sulla giustizia e sulla verità storica». Anche a suon di miliardi.
FeR
[Ferruccio Repetti]
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