LA PROPOSTA
Sfrattati da 18 anni chiedono la sede
Alessandra Pieracci
Era il 1992 quando i musulmani furono
sfrattati dal magazzino in cui pregavano. La comunità islamica acquistò un
edificio a Coronata, periferia industriale, per realizzarvi la moschea. Il
no del Comune fu motivato da problemi di viabilità in un quartiere già
martoriato da servitù. Con la mediazione della curia fu proposta la permuta
con un terreno dei francescani, ma il nuovo sito aveva altre problematiche.
Il 16 luglio 2008 la sindaco Marta Vincenzi firma un patto di intesa, il
primo in Italia, con il rappresentante della comunità islamica genovese
Salah Husein. Nel 2009 il comune propone l’estrema alta periferia del
quartiere del Lagaccio, ridotta a discarica, dove la comunità potrà realizzare
la sua moschea da un milione e trecentomila euro, 600 metri quadrati, tre piani
con minareto di 15 metri, posteggio e giardini, previa costituzione di una
Fondazione. Ma ora il siriano Mohamed Baha’ El-Din Ghrewati, studi medici a
Roma, Milano e Laigueglia, da molti ritenuto l’eminenza grigia dell’Ucoii,
fa sapere che mai voterà la cessione al Comune di parte dell’immobile di
via Coronata. E su Facebook oltre 400 musulmani spingono la proposta del Mil,
il Movimento indipendentista ligure che propaganda dialetto e tradizioni,
per trasformare invece il grande edificio che cesserà di ospitare il mercato
del pesce, poco distante dalla darsena dove nel 1500 sorgeva una moschea.
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