FOLLA ALLE LEZIONI DEL DUCALE CON LA FONDAZIONE
EDOARDO GARRONE
Se il porto vale un sindaco, un
cardinale e un console
Alla fine degli anni Ottanta Campart con la
mediazione di Siri mise d'accordo D'Alessandro e Batini
di Vincenzo Matteucci*
Affluenza di pubblico anche all’ottava lezione di Storia
di «Genova italiana», promossa ed organizzata dalla Fondazione Garrone
con la collaborazione di Editore Laterza e Palazzo Ducale Fondazione per
la cultura. Stefano Termanini, scrittore ed editore, ha tenuto avvinta
la platea. Nel 1969, a Ponte Libia era entrato in funzione «il primo
terminal specializzato del Mediterraneo, in grado di recepire un container
ogni tre minuti», ma per il sistema delle tariffe allora vigente, più si
lavorava, più aumentava il deficit del porto. Nella mezzanotte del nuovo
anno del 1983, nel porto di Genova non c'era nemmeno una nave e quindi
non suonarono nemmeno le tradizionali sirene. Nel 1984 Craxi nominò
Roberto D'Alessandro presidente del Cap e il 15 gennaio 1987 avrebbe
dovuto partire la riorganizzazione del porto, ma Batini e la Compagnia
Unica iniziarono una dura contestazione e dichiararono uno sciopero che
bloccò completamente l'attività portuale. Il 9 febbraio la Culmv venne
commissariata, ma lo sciopero continuò e armatori, imprenditori e
spedizionieri decisero di servirsi di altri scali. Nel marzo 1987, grazie
alla mediazione del sindaco Cesare Campart si riuscì a mettere intorno
ad un tavolo D'Alessandro e Batini, con in mezzo il cardinale Giuseppe
Siri e si iniziò la trattativa per riportare la pace nel porto di Genova.
Il 20 marzo venne firmato un primo accordo, ma la Compagnia continuò lo
sciopero e le navi cambiarono destinazione. Il 15 maggio venne firmato
un nuovo accordo. Gli animi si placarono e in porto si riprese a lavorare.
Ancora una volta Genova dimostrò di saper venire fuori dalle difficoltà
usando un sano pragmatismo. Lo aveva saputo fare, alla grande, quando
dopo la caduta di Costantinopoli, andò in crisi tutto il traffico marittimo
del Mediterraneo. Da grande potenza marittima Mediterranea, si «trasformò»
in grande potenza finanziaria e bancaria e si inserì nelle nuove rotte
dell'Atlantico. Tommaso Padoa Schioppa, il giorno del conferimento della
laurea Honoris Causa in Economia all'Università di Genova, l'8 ottobre
2004, ebbe a dichiarare: «L'integrazione bancaria europea che stiamo
cercando di realizzare è ben poca cosa rispetto a quello che realizzò
Genova qualche secolo prima». Questa è la sua «forza» e deve apprestarsi
a fare altrettanto con i nuovi «cambiamenti» portati dalla globalizzazione
e da Internet. Senza «paure», «maniman», ecc... ma ritrovando quella sana
voglia di «lavorare» e di «darsi da fare» che, nei secoli, l'ha finora
sempre contraddistinta. Oltretutto il Mediterraneo sta «ritornando» ad
essere di nuovo «strategico», politicamente ed economicamente. E lo sarà
sempre di più, con lo sviluppo politico, sociale, economico ed inevitabilmente
(ci auguriamo!) democratico, del continente Africano.
*presidente Mil
Movimento
Indipendentista Ligure
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