PUNTI DI VISTA
Le vittime genovesi del Risorgimento
Vincenzo Matteucci
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TRIBUTO DI SANGUE
La rivolta del 1849
contro il Regno
sabaudo vide
fra i suoi morti
anche uno studente |
Fu vera gloria? il professor Barone nel suo
articolo del
24 febbraio è molto preoccupato, in relazione alle celebrazioni
per l’anniversario dell’Unità italiana, dello “scempio simbolico e
reale che, giorno dopo giorno, corrode tanto la coesione sociale
quanto la coesione nazionale...”. Come “foresto” (sono nato nelle
Marche), che ha scelto di diventare genovese-ligure, ho approfondito
bene la vera storia di Genova e della Liguria. La popolazione ligure
era riuscita, nel corso di oltre 700 anni, a creare una vera
Comunità-Nazione-Stato, la Repubblica di Genova, che, con una
“indipendenza”, senza vene di “nazionalismo” e di “razzismo”, aveva
saputo aprirsi al mondo in maniera pragmatica e già allora civile e
democratica (un Senato con 400 membri). Certamente solo certi ceti
sociali potevano partecipare, in quei tempi, alla vita politica,ma
era un sistema istituzionale sicuramente più avanzato di tutti gli
altri che vedevano dominare-governare signorotti, re ed imperatori.
Ed essendo in continua evoluzione, come è accaduto poi ad altre Comunità
(la Svizzera), sarebbe arrivata gradatamente a un vero sistema democratico,
come oggi lo concepiamo. Invece improvvisamente, al Congresso di Vienna
del 1814-’15, le monarchie europee decidono di troncare questa esperienza
repubblicana e annettono la Liguria al Regno sabaudo di Sardegna. Molto
probabilmente spinte a fare questa “annessione” perché indebitatissime
con i banchieri genovesi che perdettero tutti i loro diritti a vedersi
pagare i debiti! Nel 1849 Genova insorge e, in pieno Risorgimento, il
re Vittorio Emanuele II, invia il generale La Marmora che ordina il
saccheggio della città, con morti, stupri e ruberie, come è ben ricordato
nella targa che il Comune di Genova ha fatto erigere in piazza Corvetto
il 26 novembre 2008 e che inviterei ad andare a leggere. E la Liguria,
da Nazione repubblicana, si è ritrovata annessa ad uno Stato monarchico
e poi anche fascista, che ha premiato 27 Comuni italiani con la medaglia
d’oro perché “benemeriti del Risorgimento”. Nessuno di questi Comuni è
ligure. Come mai? È stata la “punizione” per la rivolta di Genova del
1849 che vide fra i suoi morti anche uno studente universitario di Savona,
Alessandro De Stefanis? Giustamente il professor Barone ha scritto che la
Resistenza è stata “una delle pochissime esperienze, nella storia dell’Italia
unita, della quale gli italiani possano essere orgogliosi”. Andrebbe però
precisato che i Liguri, perché annessi illegittimamente al Regno di Sardegna
e poi d’Italia, sono stati obbligati a fare due guerre mondiali, inutili
guerre coloniali e la guerra di Resistenza, con migliaia di morti,
distruzioni, eccetera. Una Liguria restata Indipendente, avrebbe, come ha
fatto la Svizzera, evitato tutto questo. Sorge quindi spontanea una domanda:
“Per la Liguria, il Risorgimento fu vera gloria?”
VINCENZO MATTEUCCI è presidente del
Mil Movimento Indipendentista Ligure
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