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Il Giornale
Giovedì 9 marzo 2006
ESEMPI STORICI
I Durazzo da schiavi a banchieri
Franco Bampi
Caro Lussana, vorrei anch'io contribuire all'interessante dibattito sull'identità ligure che «il Giornale» sta ammirevolmente proponendo ai suoi lettori e, soprattutto, a questa sonnecchiosa città.
L’ANTICA GENOVA del XVI secolo in un dipinto del loggiato di Palazzo Spinola |
Diversamente da quello che molti pensano e alcuni, purtroppo per ignoranza, scrivono, i
Genovesi furono strenui difensori della loro statualità, della loro indipendenza e dell'integrità
del loro territorio. Certo è che, essendo un popolo di navigatori, commercianti e banchieri,
lo stato che essi concepirono fu uno stato con pochissime tasse e scarsa burocrazia in modo da
consentire a tutti, anche ai «foresti» di poter «darsi da fare» senza troppi impedimenti.
Significativo è il caso dei Durazzo che arrivati a Genova come schiavi albanesi nel 1387 hanno
potuto riscattarsi e fondare una delle più ricche e prospere dinastie patrizie genovesi dando
alla repubblica ben nove dogi! Me lo lasci dire: l'american dream, il sogno americano, nel
medioevo si chiamava Repubblica di Genova, un posto dove tutti potevano lavorare, guadagnare,
diventare ricchi, insomma avere la loro occasione. Uno stato, quindi, ben diverso da quello
savoino appesantito da ingenti spese di corte e da rilevantissime spese per la guerra, grande
passione di quella dinastia guerrafondaia. E per chi avesse dubbi, ricordo due fatti storici.
La convenzione segreta che la Repubblica di Genova stipulò nel 1797 con Napoleone per garantirsi
(purtroppo invano) l'indipendenza e l'integrità territoriale e la puntuale rivendicazione dei
diritti della Repubblica di Genova che venne svolta al Congresso di Vienna fino al punto che
nelle istruzioni di Gerolamo Serra all'ambasciatore della Repubblica, Antonio Brignole Sale,
si legge: «il Governo ... ha deliberato che non desistiate, per qualunque minaccia o lusinga,
dal reclamare l'indipendenza e l'integrità del Genovesato, che la sola violenza ... ha potuto
torre a una nazione, la cui indipendenza è tanto antica quanto quella di parecchi e più
rispettabili Stati d'Europa ... (e che) la proposizione de' privilegi da accordarsi agli
abitanti del Genovesato non porti il nome del nostro Governo, ma sia una semplice carta senza
sottoscrizione». Anche a memoria di questi Genovesi che così fieramente si opposero alla
violenza dello straniero, occorre ricusare con forza le posizioni di coloro che, ignorando
la Storia, continuano ad insultare i nostri grandi predecessori.
Cordialmente.
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