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Il Giornale
Martedì 14 marzo 2006
DAL PASSATO
Dai Balzi Rossi al Rodano
e tra le varie tribù
c’erano anche i Siculi
Inizia nel Paleolitico Superiore l’avventura dei nostri progenitori
Sottomessi dai barbari alleati dei Cartaginesi ribelli puniti da Roma
Rino Di Stefano
C'erano una volta i liguri. C'erano e non erano come quelli attuali che, per quanto
radicati nella loro regione, costituiscono una comunità ben più composita di quanto non
fosse quella dei loro antenati. Gli antichi abitanti della costa erano soprattutto temibili
guerrieri, gente un po' rozza e tanto scontrosa, ma quanto mai orgogliosa e indipendente.
Se vogliamo conoscerli meglio e risalire alle loro origini dobbiamo fare un salto ai Balzi
Rossi, in quel di Ventimiglia, dove nel 1872 vennero alla luce gli scheletri di una
popolazione che viveva nelle grotte, sul mare, più o meno nel periodo del Paleolitico
Superiore. Sepolti sotto uno strato di ocra rossa, il medico-archeologo francese Emile Rivière
trovò tre corpi di uomini adulti: il primo, disteso sul fondo della grotta detta del Caviglione,
era alto un metro e novanta; gli altri due, seppelliti nella caverna del "Bausu da Ture",
misuravano rispettivamente 1,85 e 1,95 metri. Tutti e tre appartenevano al tipo
I liguri vengono dunque dalle popolazioni dei
Comincia praticamente con questo enigma archeologico il libro "I liguri", etnogenesi di
un popolo, scritto dal professor Renato Del Ponte per i tipi della Ecig. Secondo il docente,
ad un certo punto della preistoria i
Fatto sta che da quel momento in avanti, siamo già nel Neolitico, in quella che oggi è
chiamata Liguria apparve la "razza litoranea", meglio detta
Secondo lo studioso francese Poisson (Le peuplement del'Europe, Parigi 1939),il ligure di quel tempo era così fatto: "Ha una taglia elevata, una dolicocefalia tendente alla mesocefalia, in seguito allo sviluppo di bozze parietali, faccia disarmonica, prominente, mandibola bassa, mento assai accentuato, avambracci lunghi, mani e piedi molto grandi, torso largo, lo scheletro dai caratteri robusti, colorito bruno vivo, capelli di un nero brillante e piuttosto ispidi, gli occhi di un bruno rossiccio".
Anche per quanto riguarda la genetica si fanno delle ipotesi precise. Pare che gli europei
autoctoni, dei quali facevano parte i primi abitanti della Liguria, avessero una forte
percentuale sierologica del gruppo 0 e pressoché assenza del gruppo B, mentre l'Rh era negativo.
Poi venne l'invasione dall'Oriente e con quella arrivarono i geni
La rivoluzione, dunque, avvenne nel Neolitico da quando, in pratica, si comincia a parlare
di una popolazione ligure derivata dalla parola
Come ci spiega il professor Henri Dubert, direttore dell'Ecole sed Hautes Etudes de France, nella sua documentatissima storia dei Celti (in Italia pubblicata sempre dalla Ecig) "gli antichi scrittori, che pare conoscessero perfettamente i liguri, non riferivano il loro nome a una nazione smisuratamente estesa, ma più genericamente a un nutrito gruppo di tribù (Salii, Taurini, Siculi, Ambroni), distinte dai Celti e dagli Italioti".
A questo riguardo, pare ormai certo che tra il Neolitico e l'Età del bronzo una popolazione
mediterranea, che in seguito verrà chiamata ligure, abbia lasciato la costa africana o
Comunque sia, successivamente una tribù di questo popolo, appunto quella dei Siculi, si
recò nell'isola che poi avrebbe preso il loro nome. Altri invece si stabilirono nel territorio
laziale. Altri ancora, come spiega lo stesso professor Del Ponte, lasciarono evidenti tracce
nel
Del Ponte a questo proposito cita un passo di Dionigi di Alicarnasso riferito a Filisto di Siracusa, vissuto nel V secolo a.C.: "Come scrisse Filisto di Siracusa, la data del passaggio fu l'ottantesimo prima della guerra di Troia e il popolo che giunse dall'Italia non fu né quello degli Ausoni né quello degli Elimi, ma quello dei Liguri, guidato da Siculo. Narra poi che questi era figlio di Italo e che gli abitanti del suo regno erano chiamati Siculi: scrive anche che i liguri furono cacciati dalle loro terre da Umbri e Pelasgi".
Col passare dei secoli le popolazioni liguri vengono sottomesse dai nuovi invasori Celti, barbari provenienti dal Nord che però non riusciranno mai a integrarsi completamente con gli orgogliosi liguri, ed entrano in contatto con gli Etruschi,cioè coloro che fonderanno il porto commerciale di Genova, e con altre due popolazioni nordiche scese al Sud, i Latini e gli Umbri, che presto daranno origine alla potenza romana. Nelle guerre puniche le città liguri stringono alleanze diverse: Genova sceglie i romani, i centri rivieraschi di Ponente Cartagine, città con la quale avevano frequenti scambi commerciali. I romani, dopo la vittoria su Annibale, fanno terra bruciata a Ponente, ma devono faticare non poco per battere definitivamente i liguri ribelli. Dopo alcune brucianti sconfitte, nel 180 a.C. i generali romani Publio Cornelio Cetego e Marco Bebio Tanfilo riescono ad avere la meglio sui liguri apuani e, con il consenso del senato, trasferiscono di forza 40 mila famiglie liguri nel Sannio, non lontano da Benevento. Da quel momento la storia della Liguria si unisce a quella di Roma e, tra alti e bassi, ne seguirà il destino.
(Lo stesso articolo è stato pubblicato su «il Giornale» nel 1999)
ERAVAMO COSÌ Una ricostruzione di come erano i nostri
progenitori
quando abitavano la Liguria primitiva
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