Home >
[ Indietro ]
Il Giornale
Sabato 10 giugno 2006
INCONTRO AL DUCALE
Così i Savoia hanno sempre colpito Genova
Emanuele Franchini
Nell'appassionante disputa da Voi innescata sull'Identità Ligure, mancava qualcuno che intervenisse a difesa dell'operato dei Savoia a danno di Genova e della Liguria.
In data 30 Marzo con l'intervento del Signor Michele Forino, segretario di Alleanza Monarchica, anche questa lacuna è stata colmata per cui tutti quelli che numerosi, me compreso, sono intervenuti a sostegno di questa nostra identità ora sanno che gli aderenti (pochi per fortuna) ad Alleanza Monarchica non solo non ritengono che esista un'identità Ligure, ma addirittura plaudono all'operato dei baldi bersaglieri in quel di Genova nel 49, provando nel contempo un senso di nausea se qualcuno esprime il giusto sdegno per quei fatti. Io ritengo che la nausea si debba provare al pensiero che per oltre un secolo non sia stato ritenuto necessario criticare quanto i sabaudi fanti piumati hanno combinato a Genova, ma neppure il comportamento degli stessi, circa 10 anni dopo nel Mezzogiorno, sempre a danno di popolazioni italiane inermi; tutto ciò perchè la retorica sabaudo/italica aveva stabilito, per ovvii interessi, che quando "passano per via gli animosi bersaglieri" ogni cuore di ragazza doveva fare "pum-pum" ed ogni cuore di fanciullo doveva gonfiarsi d'orgoglio.
Oltre al senso di nausea il segretario di Alleanza Monarchica esprime dei concetti che hanno basi storiche decisamente sbagliate.
Si dimentica il Sig. Forino che i casi di contrasto di Genova (che comunque con la sua provincia, ha sempre rappresentato il 70, 80% della popolazione ligure) con le altre città, spesso siano stati creati (anche in Corsica) a bella posta dai Savoia con l'intendimento di procurare danno alla Repubblica di Genova con ribellioni e tentativi di secessioni di territori a loro favore. Tali contrasti, che è normale siano avvenuti nel momento dell'espansione medioevale di Genova sono, comunque di gran lunga inferiori per numero e per ferocia di quelli fatti dai regnanti Savoiardi che si sono bellamente fagocitati, nello stesso arco di tempo, sottoponendoli a saccheggio e massacro diversi liberi comuni quali Asti, Alba e Alessandria e diversi pacifici piccoli stati quale Saluzzo e il Monferrato.
Lei dice Sig. Forino che i Savoia si sono impadroniti legalmente della Liguria in quanto la stessa era da troppo tempo una provincia napoleonica e dopo il congresso di Vienna non aveva più un governo. Mi sembra che dall'inserimento nell'Impero napoleonico a cura del ministro franco corso Saliceti della Liguria sino al congresso di Vienna siano passati si e no 14 anni e mi sembra che al momento dell'annessione al Piemonte un certo Gerolamo Serra fosse a capo di un governo ligure con il sostegno dell'ammiraglio inglese W. Bentinck, ben intenzionati entrambi a ripristinare la Repubblica di Genova. Purtroppo le mene dei Savoia e le parentele con le altre case regnanti, nonché la paura da parte dei vari regnucoli che le idee democratiche e repubblicane genovesi potessero espandersi in Italia, portarono i partecipanti al trattato di Vienna, nonostante l'opposizioni degli inglesi, a operare compatti affinchè i Savoia ottenessero con l'intrallazzo ciò che per mezzo millennio non erano riusciti ad ottenere con le armi. Del resto è abbastanza bizzarro, o meglio tipicamente monarchico, che qualcuno pensi che città, villaggi, campagne, lidi marini e montagne, possano essere prese dal primo venuto in quanto al momento mancanti di un governo, quasi trasferendo a danno dei legittimi abitanti di quelle plaghe, mai interpellati in merito, il concetto marittimo del "flotsam and jetsam" (antico diritto marittimo per cui tutto ciò che si trova o viene gettato in mare è di chi se lo prende!!).
Per quanto riguarda le bellezze architettoniche che sarebbero state apportate dai Savoia alla nostra città (Corso Torino e dintorni) vorrei ricordare al Sig. Forino le frasi del Prof. Carlo Ginzburg storico emerito dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana: "Il gretto e oppressivo conservatorismo degli amministratori piemontesi fece della città un centro di azione antigovernativa talvolta sfociante nel radicalismo repubblicano" questo a significare che nessuno può permettersi di esternare un ragionamento che più o meno dice - E' vero abbiamo massacrato, stuprato e rubato, però non avete diritto a protestare perchè vi abbiamo fatto corso Torino e via Casaregis!!- Ma stiamo scherzando!!! (a parte che per me e per tanti è molto più bella la parte di città fatta dai Genovesi, la via Aurea, Porta Soprana, Palazzo Ducale, la Ripa Maris, etc. che quella fatta, a copia della città di Torino, dai Piemontesi).
Sulle brigate partigiane monarchiche mi trovo d'accordo con il segretario di Alleanza Monarchica. Onore e gloria. Tra loro certo non c'erano i Moranino o altri boia simili e su di loro mai un Giampaolo Pansa potrebbe scrivere pagine da "Sangue dei Vinti", ma per loro oltre a onore e gloria anche un poco di compassione perchè mi sembra che una parte del loro effettivo eroico comportamento fosse un tentativo, non riuscito, di riscattare l'immagine di un reuccio, altro un metro e un oliva, che fugge di notte da Roma per salvare, alla faccia di tutto e di tutti, la ghirba e i gioielli della corona.
Infine concludo. Sono nato a Genova, il padre di antica famiglia Lericina e di antica famiglia Genovese la madre; alcuni parenti acquistati in quel di Diano; interessi di lavoro, culturali e di amicizie che vanno, passando per il Finalese e l'Imperiese sino alla Val Roya. Nessuno più di me può confermare che quando mi trovo con i parenti, gli amici e i conoscenti che ho tra "Lerici e Turbia", al di là di qualche reciproco sfottò o battuta, mi sono sempre ritrovato in sintonia con le loro aspirazioni, con il loro sentire, con il loro modo di vivere, nel segno di una identità Ligure reale. Ben esistente e ben consistente.
PORTA SOPRANA e la bandiera di San Giorgio
[ Indietro ]