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IoVoto > Rispondono i candidati > Risponde Federica Sattanino > Sattanino sulle infrastrutture
  sattanino risponde sulle infrastrutture  
 

1) Di Terzo Valico se ne tornerà a parlare quando ci saranno i soldi. Lo ha detto il ministro Antonio Di Pietro. A suo avviso ci sono (concrete) strade alternative percorribili per finanziare l'opera? Se sì, quali?

2) Il completamento della bretella ferroviaria Voltri-Borzoli-Mignanego (ovvero il collegamento tra la piattaforma logistica del Vte e le linee di valico Giovi, Succursale, Ovadese) permetterebbe di togliere il tir dalle strade del Ponente genovese. Mancano 2400 metri. Il progetto risale al 1988, il primo tratto è costato 450 miliardi di vecchie lire, ma l'ultimo tratto – 2400 metri, costo stimato 324 milioni di euro – s'è perso per strada. Che fare, ed eventualmente come finanziarlo?

Do una risposta unica per le domande 1, 2.
Le due domande poste dal "Secolo XIX" riguardano due grandi problemi infrastrutturali che affliggono la nostra città: senza terzo valico (ovvero un'adeguata rete ferroviaria di comunicazione verso la pianura padana) il porto soffoca, mentre la bretella ferroviaria Voltri-Borzoli-Mignanego è un indispensabile sollievo per eliminare il traffico pesante dalla città. La risposta del ministro "romano" è, come al solito disarmante e negativa. D'altra parte è tema ricorrente di tutte le campagne elettorali la stucchevole lamentela secondo cui non è possibile procedere con opere importanti "perché non ci sono soldi". Il Mil ed io, come candidata sindaco, lo vogliamo dire a grandissima voce: i soldi ci sono e sono tantissimi. Sono la montagna immensa di denaro (come provato da uno studio della Bocconi oltre 4 miliardi di euro!) che i porti liguri producono di tributi portuali e che vanno tutti nel pozzo senza fondo dello stato italiano che restituisce a Genova e alla Liguria solo poche briciole. E sono proprio poche se, come lo stesso studio prova, il porto perde ancora di più di quanto produce (tra i 4 e i 6 miliardi di euro!) per il mancato adeguamento delle infrastrutture, tra le quali vi sono le due citate nelle due domande. Il Mil ed io, se sarò eletta, ci batteremo con forza e senza tregua per ridare alla Liguria l'indipendenza a cui ha diritto non avendo mai votato il plebiscito di annessione all'Italia. Con questa formidabile arma lotteremo per mantenere a Genova e in Liguria quell'immensa valanga di denaro prodotta dai porti che consentirebbe, in tempi rapidissimi di realizzare le due infrastrutture citate.

3) Viabilità a mare di Ponente: come finanziarla e in quali tempi realizzarla?

4) Tunnel sotto il porto: è così necessario? Se sì, come finanziarlo?

Anche qui do una risposta unica per le domande 3, 4.
La posizione del Mil sui due temi posti è precisa: non una strada a mare, impattante e che separerebbe definitivamente la città dal suo mare, e non un cortissimo e costosissimo tunnel sotto il porto, ma un tunnel che va da Nervi a Voltri. Mi spiego meglio. All'inizio degli anni Duemila l'Associazione Repubblica di Genova e il Mil hanno presentato alla città un progetto di tunnel (ovviamente esemplificativo) da Nervi a Voltri costruito a 40 metri sotto il suolo (per evitare rivi e reperti archeologici) con sede per la linea metropolitana e sede per una strada a scorrimento con 10 uscite e ad ogni uscita 2000 parcheggi di interscambio per un costo di tremila miliardi di lire (1 miliardo e mezzo di euro: meno della metà di quanto producono i porti liguri) eventualmente in autofinanziamento. I tempi di realizzazione erano certi e la ditta era disposta ad accettare penali per eventuali ritardi. Il sindaco di Genova non li ha nemmeno ricevuti! Questo vogliamo fare io e il Mil per rendere Genova e la Liguria la capitale mondiale della qualità della vita.