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1) Di Terzo Valico se ne tornerà a
parlare quando ci saranno i soldi. Lo ha detto il
ministro Antonio Di Pietro. A suo avviso ci sono
(concrete) strade alternative percorribili per
finanziare l'opera? Se sì, quali?
2) Il completamento della bretella
ferroviaria Voltri-Borzoli-Mignanego (ovvero il
collegamento tra la piattaforma logistica del Vte
e le linee di valico Giovi, Succursale, Ovadese)
permetterebbe di togliere il tir dalle strade del
Ponente genovese. Mancano 2400 metri. Il progetto
risale al 1988, il primo tratto è costato 450
miliardi di vecchie lire, ma l'ultimo tratto –
2400 metri, costo stimato 324 milioni di euro –
s'è perso per strada. Che fare, ed eventualmente
come finanziarlo?
Do una risposta unica per le domande 1,
2. Le due domande poste dal "Secolo XIX"
riguardano due grandi problemi infrastrutturali
che affliggono la nostra città: senza terzo valico
(ovvero un'adeguata rete ferroviaria di
comunicazione verso la pianura padana) il porto
soffoca, mentre la bretella ferroviaria
Voltri-Borzoli-Mignanego è un indispensabile
sollievo per eliminare il traffico pesante dalla
città. La risposta del ministro "romano" è, come
al solito disarmante e negativa. D'altra parte è
tema ricorrente di tutte le campagne elettorali la
stucchevole lamentela secondo cui non è possibile
procedere con opere importanti "perché non ci sono
soldi". Il Mil ed io, come candidata sindaco, lo
vogliamo dire a grandissima voce: i soldi ci sono
e sono tantissimi. Sono la montagna immensa di
denaro (come provato da uno studio della Bocconi
oltre 4 miliardi di euro!) che i porti liguri
producono di tributi portuali e che vanno tutti
nel pozzo senza fondo dello stato italiano che
restituisce a Genova e alla Liguria solo poche
briciole. E sono proprio poche se, come lo stesso
studio prova, il porto perde ancora di più di
quanto produce (tra i 4 e i 6 miliardi di euro!)
per il mancato adeguamento delle infrastrutture,
tra le quali vi sono le due citate nelle due
domande. Il Mil ed io, se sarò eletta, ci
batteremo con forza e senza tregua per ridare alla
Liguria l'indipendenza a cui ha diritto non avendo
mai votato il plebiscito di annessione all'Italia.
Con questa formidabile arma lotteremo per
mantenere a Genova e in Liguria quell'immensa
valanga di denaro prodotta dai porti che
consentirebbe, in tempi rapidissimi di realizzare
le due infrastrutture citate.
3) Viabilità a mare di Ponente: come
finanziarla e in quali tempi realizzarla?
4) Tunnel sotto il porto: è così
necessario? Se sì, come
finanziarlo?
Anche qui do una risposta unica per le domande
3, 4. La posizione del Mil sui due temi posti
è precisa: non una strada a mare, impattante e che
separerebbe definitivamente la città dal suo mare,
e non un cortissimo e costosissimo tunnel sotto il
porto, ma un tunnel che va da Nervi a Voltri. Mi
spiego meglio. All'inizio degli anni Duemila
l'Associazione Repubblica di Genova e il Mil hanno
presentato alla città un progetto di tunnel
(ovviamente esemplificativo) da Nervi a Voltri
costruito a 40 metri sotto il suolo (per evitare
rivi e reperti archeologici) con sede per la linea
metropolitana e sede per una strada a scorrimento
con 10 uscite e ad ogni uscita 2000 parcheggi di
interscambio per un costo di tremila miliardi di
lire (1 miliardo e mezzo di euro: meno della metà
di quanto producono i porti liguri) eventualmente
in autofinanziamento. I tempi di realizzazione
erano certi e la ditta era disposta ad accettare
penali per eventuali ritardi. Il sindaco di Genova
non li ha nemmeno ricevuti! Questo vogliamo fare
io e il Mil per rendere Genova e la Liguria la
capitale mondiale della qualità della vita.
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