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1) É favorevole a concedere il voto
amministrativo agli immigrati? Se sì, a quali
condizioni? (Anni di residenza, etc.)
La posizione del M.I.L., che condivido,
relativa agli immigrati è precisa. Ricordo che i
Durazzo, che dettero alla Repubblica di Genova
nove dogi, erano giunti qui come schiavi albanesi.
Se Genova vuol veramente essere fedele al suo
glorioso passato deve offrire allo straniero
un'alternativa. O lo straniero vuol rimanere tale
e allora egli manterrà i propri usi e la propria
cultura con la speranza e l'ambizione di RITORNARE
alla propria terra d'origine per farla crescere e
prosperare. Oppure lo straniero vuole, come i
Durazzo, diventare genovese ed integrarsi. In tale
caso deve accettare i nostri usi, i nostri
costumi, la nostra lingua, le nostre leggi. E per
fare ciò occorre che le Istituzioni TUTTE (Comune,
Provincia e Regione), sappiano proporgli dei
percorsi d'integrazione in cui insegnargli la
Storia della nostra CIVILTÀ ligure e dei suoi
grandi VALORI affinché egli non sia più straniero,
ma genovese tra i genovesi. Il voto amministrativo
può benissimo far parte di questo secondo
percorso.
2) É favorevole alla costruzione di una
moschea in città? Se sì, a quali condizioni?
(costo a completo carico della comunità islamica,
contributo pubblico?) Sempre se si, dove?
Genova e la Liguria sono sempre state
tolleranti anche nei confronti delle diversità.
Fondamentale e non negoziabile, oggi come nel
passato, è il rispetto delle leggi, dei costumi e
delle tradizioni della nostra terra. In una
Liguria indipendente, dove questo principio
sarebbe davvero applicato, la costruzione di una
moschea e la sua collocazione non sarebbero un
problema.
3) Il questionario di IoVoto.Ge2007 –
Il Secolo XIX mostra come per il 71 per cento
degli interpellati l'aumento della presenza degli
stranieri a Genova abbia "peggiorato" la qualità
della vita. Problema reale o semplice percezione?
In entrambi i casi, quali rimedi? La
presenza degli stranieri sta avvenendo senza
regole, in particolare senza rispettare il
principio generale che ho richiamato nella mia
prima risposta. Senza regole, ogni comunità tende
a non integrarsi e a mantenere usi e costumi che
non sono i nostri, che talvolta non condividiamo e
che quindi inducono un senso di forte disagio nei
cittadini genovesi e liguri. Sono convinta, e per
questo mi sono candidata con il M.I.L., che una
Liguria indipendente, che possa decidere da sé del
proprio destino, risolverebbe brillantemente
questo problema proprio ispirandosi al
comportamento storicamente tollerante, ma severo,
della popolazione ligure.
4) Ugualmente forte è l'esigenza di
legalità, il rispetto delle regole da parte degli
stranieri. Come favorirla? Ho già
detto che il tema del rispetto delle regole, in
particolare della legge penale, non è negoziabile.
Chi delinque, chi usa la nostra terra per traffici
illeciti, chi accetta di entrare nel circuito
della malavita, non è degno di essere accolto tra
di noi e va quindi individuato, punito ed
allontanato con severità e rigore. |
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