M.I.L. - Comunicato Stampa a cura di Franco Bampi e Vincenzo Matteucci

Alla ATTENZIONE di tutti i mezzi di INFORMAZIONE:

il “caso Genova-Savoia”

Ci stiamo avvicinando al giorno in cui i Savoia potranno rientrare in Italia (dal 10 novembre). Nelle Televisioni, cosiddette “nazionali”, una sera sì e una sera no, ci sono trasmissioni-dibattiti che trattano sul “passato storico” dei Savoia, i loro eventuali DIRITTI, ecc. ecc.

Finora non abbiamo MAI sentito NULLA sul “caso GENOVA-Savoia”,
unico nel contesto della storia d’Italia. A titolo riassuntivo vi riportiamo i soli “titoli” e “sottotitoli” di articoli che hanno trattato tale “caso” in questi anni:

Da “Il Lavoro” del 24/11/1979:
Aprile 1849: l’altra faccia del Risorgimento - Uniforme: piemontese: Nome: Attila - Da un libretto totalmente dimenticato la cronaca del testimone oculare della presa di Genova da parte delle truppe di Lamarmora: un feroce bombardamento, razzie, violenze, sadismo. “Oltre agli averi dei cittadini si diè piglio ai vasi sacri e agli arredi dei tempi, si stuprarono vergini, le madri insultavansi. Nel palazzo del principe Doria si fecero ingollare ad alcuni dei nostri prigionieri gallette inzuppate di sangue...” Tutto questo solo perché i genovesi, dopo la sconfitta di Carlo Alberto a Novara, avevano cercato di tornare indipendenti.

Dal “Secolo XIX” del 10/04/1999:
10 aprile 1849 Vittorio Emanuele II ordina il massacro per soffocare la contestazione contro la monarchia sabauda - Le bombe dimenticate - Genova martoriata come Belgrado e Pristina - Centocinquanta anni fa l’operazione fu condotta dal generale La Marmora che tornò a Torino come un eroe. Il numero dei morti è stato nascosto e si è fatto di tutto per cancellare persino i nomi delle vittime. Nessun giornale raccontò la tragedia e tantomeno le violenze e gli stupri dei bersaglieri. Che per un secolo a Genova non furono più accolti.

Da “Il Giornale” del 05/09/1999:
1849. Genova massacrata dai bersaglieri dei Savoia. Stragi e stupri premiati a suon di medaglie - Le compagnie comandate da Alfonso La Marmora si dimostrarono particolarmente feroci - Centocinquant’anni fa Vittorio Emanuele II ordinò alla sue truppe scelte di reprimere nel sangue la ribellione degli insorti della Superba che non intendevano subìre supinamente l’annessione al regno.

Di qui un risentimento non ancora dimenticato.

Prima che i Savoia rientrino in Italia, il M.I.L. chiede che le televisioni “locali” ed i mezzi di informazione con redazioni a Genova, organizzino delle trasmissioni o tavole rotonde redazionali, nelle quali

venga affrontato e discusso il “caso Genova-Savoia”.

 

Il Papa ha chiesto perdono per le violenze fatte dalle Crociate, quasi MILLE anni fa. La città di GENOVA avrà DIRITTO di avere almeno le SCUSE dagli attuali Savoia e la loro richiesta di PERDONO, per quello che un loro avo ha fatto, solamente 153 anni fa ??...

Le vittime di tale massacro sono ancora sepolte in una fossa comune, in una cripta della Chiesa del Padre Santo, mentre il Savoia che autorizzò il massacro, il re Vittorio Emanuele II è ricordato in una solenne statua in Piazza Corvetto e, ringraziando il generale La Marmora per aver ristabilito “l’ordine costituito” definì i ribelli genovesi “una vile ed infetta razza di canaglie”...

Genova giovedì 7 novembre 2002

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