M.I.L.-Movimento Indipendentista
Ligure
COMUNICATO * Martedì 14 febbraio 2006
a cura di Franco Bampi e
Vincenzo Matteucci
Alla
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Il tesoro dei Savoia
L’enorme tesoro della famiglia reale dei Savoia, rinchiuso finora a Roma, nei sotterranei della Banca d’Italia, sta per essere sbloccato e si sta dando l’avvio alle procedure per la “riconsegna” ( a chi….???).
Queste notizie, con tutti i loro dettagli, sono state ufficialmente comunicate dall’On. Raffaele Costa e sono oggi anche nei quotidiani (a “La Stampa”, Mercedes Bresso, presidente della Regione Piemonte, ha dichiarato: “Credo che sia arrivato il momento di chiedere di trasferire a Torino i gioielli della corona e di esporli al pubblico”).
Il M.I.L.-Movimento Indipendentista Ligure invita caldamente TUTTE le Istituzioni Liguri alla massima ALLERTA. La frase del documento dell’On. Costa “avvio delle procedure per la loro riconsegna”, deve far scattare immediatamente tutti i “campanelli d’allarme”. Già il Sen. Aleandro Longhi in una sua interpellanza a 4 Ministri faceva presente i “diritti” di Genova, ribaditi anche dal Consiglio Provinciale di Genova l’11 settembre 2002.
Prima che “altri” mettano le mani su tale “enorme tesoro”, sarà bene che i rappresentanti della Comunità genovese nelle Istituzioni (Comune, Provincia e Regione), approvino dei documenti con i quali si faccia presente al governo italiano i danni che Genova ha dovuto subire con il “saccheggio” dell’aprile 1849, autorizzato dal re savoiardo Vittorio Emanuele II, che il Sen. Longhi ha quantificato equivalente oggi a circa 3948 miliardi di vecchie lire (circa 2 miliardi di euro!). Affinché il governo italiano “si convinca” delle “giuste richieste di Genova”, sarà bene RICORDARE allo stesso governo quello che lo stesso Sen. Longhi ha scritto nella sua interpellanza e cioè che, oltre a tale “saccheggio”,
“la perdita, illegittimamente subita, dell’indipendenza di un popolo (in questo caso di quello ligure), dei suoi valori e della sua civiltà è inestimabile e non risarcibile se non con il ristabilimento del diritto leso”.
Qualcuno ha già proposto di esporre il “tesoro dei Savoia” nel caveau storico della Banca d’Italia di Torino, da trasformare in museo. Sarà bene far presente che la Banca d’Italia è nata dalla Banca di Genova che nel 1849 (l’anno del “saccheggio”!!) fu fusa con la Banca di Torino per fare la Banca Nazionale, che poi divenne la Banca d’Italia nel 1893. Quindi, per diritto di primogenitura, sarà bene esporre tale “tesoro” nei caveau della Banca d’Italia di Genova. Torino dovrebbe anche restituire a Genova il famoso “rostro”. In cambio Torino potrebbe prendersi la statua di Vittorio Emanuele II di P.zza Corvetto, che è odiatissimo dai genovesi, per le violenze ed il saccheggio del 1849 e perché li ha definiti “vile ed infetta razza di canaglie”. Al suo posto il M.I.L. propone di mettere una statua, più grande e più bella, di Guido Rossa, vero simbolo della “civile genovesità”, vittima di quella barbara violenza che anche nel 1849 fece centinaia di vittime.
Il testo del comunicato è stato distribuito anche come volantino
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