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la Repubblica - Domenica 8 luglio 2007 |
L'INTERVENTO Limonte: liscio, gassato o Ferrarelle? Paolo Lingua Non potendo essere, per ovvi motivi, una località sciistica, sono convinto che "Limonte", nuovo tormentone dell'estate (sul genere di "Vamos a la playa" di tanti anni fa), potrebbe diventare l'efficace nome di una caramella (col buco, magari: ma perché il cavaliere del lavoro Flavio Repetto non ci pensa?) o meglio ancora d'una bibita analcolica che potrebbe essere distribuita liscia ai bambini oppure servita con l'aggiunta di superalcolici come cocktail alla moda. Di potrebbe organizzare delle gare di sommelliers per incrementare il turismo: chi inventerà un "Bresso split" con gin e lime o un "Burlandinho" con rum e pinha colada? Certo: questa è l'estate dei neologismi nei quali, chissà perché, la sinistra italiana, tarantolata dalla cultura occidental-decadente della comunicazione-show a tutti i costi, sembra perdersi. È un po' come la vicenda del "tesoretto", altro orribile motto. a nessuno è venuto in mente - troppo ignoranti giornalisti e politici - che è il titolo dell'opera principale di Brunetto Latini, maestro di Dante ma schiaffato dall'implacabile allievo all'inferno tra i sodomiti: si poteva, Sircana non ci ha pensato, farne un'esca per il "gay pride". Ma torniamo al Limonte. Le implicazioni che suggerisce ci sembrano infinite. Leggiamo sul nostro giornale che Novi Ligure avanza, a buon diritto, pretese di capitale, per superare la rivalità Torino-Genova. Potrebbe diventare una sorta di "distretto federale" se non proprio come Washington, almeno come Cnberra. È chiaro che, nella prospettiva, dovrà essere ridisegnata urbanisticamente da mani sapienti, dopo che sarà risolto il conflitto tra Piiano e Caltrava. Ci sarebbe anche la possibilità di realizzare un grande monumento a Fausto Coppi che ha abitato sia a Novi, sia a Sestri Ponente, oltre che un secondo monumento a Vittorio Valletta che era nato a Sampierdarena. Poi bisognerebbe mettere da parte tutti i mega-progetti di comunicazione, le grandi opere irrisolte. La chiave del futuro sarà certamente la rete di canali navigabili: dalla Dora a Genova con un sistema di chiuse come il canale di Panama per superare l'ostico Appennino. Ecco l'idea per i prossimi due secoli, Verdi permettendo. |
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