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Il Secolo XIX - Mercoledì 11 luglio 2007 |
DITELO AL DIRETTORE Indipendentisti e Limonte/2 Caro direttore, me lo lasci dire con franchezza: la sua replica alla lettera sul Limonte del 9 luglio non mi convince. Lei afferma che la Liguria ha un milione e mezzo di abitanti: cioè conta meno della sola città di Milano. Le chiedo allora: a quale politico possono interessare davvero i destini di una Liguria elettoralmente marginale? Lei pensa davvero che Roma ci concederà quelle infrastrutture che lei giustamente reclama? Sono più di cent’anni (anche Il Secolo XIX lo ha scritto tempo fa parlando del progetto dell’ingegner Navone) che si parla di Terzo Valico: è stato mai fatto? E poi l’Europa. Perché il Montenegro può essere indipendente (dal 3 giugno 2006) e la Liguria no? Per non citare il Lussemburgo, Malta, le tre repubbliche baltiche, Cipro, la repubblica ceca, la Slovacchia, la Slovenia, la Croazia. Se l’Europa dev’essere l’Europa dei popoli (ma senza frontiere, si badi!), perché alla Liguria dev’essere negato il diritto di decidere da sé del suo destino ritornando indipendente, della qual cosa ha pieno diritto? Infine, mi pare ingeneroso tacciare di velleitarismo chi chiede di far riconoscere e far valere un diritto, perché di diritto si tratta. Gramsci affermò che «scrittori salariati tentarono di infamare col marchio di briganti» i patrioti meridionali. Non vorrei che quelli liguri fossero irrisi con questo appellativo di velleitari. Agostino Pareto e-mail |
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