Home > Limonte
e-mail: mil@mil2002.org

Il Secolo XIX - Mercoledì 11 luglio 2007

 

>> L’ASSE LIGURE-PIEMONTESE

«Villa Scassi fuori dalla cordata per Amos»
il direttore Ferrando critico sull’intesa

GENOVA. «Le apparecchiature del Villa Scassi saranno a disposizione della Regione, ma l’azienda ospedaliera di Sampierdarena, finché sarà tale, non farà parte della cordata che acquisterà prestazioni dalla Spa Amos. E questo perché un’azienda ospedaliera vende le prestazioni, non le acquista perché questo è un compito dell’azienda territoriale che deve garantire l’assistenza ai suoi assistiti». Va controcorrente Lionello Ferrando, direttore generale dell’azienda ospedaliera (destinata a ritornare nel giugno 2008 sotto l’ombrello della Asl 3 genovese) a proposito dell’operazione della Regione Liguria che, attraverso le Aziende sanitarie locali, entrerà a far parte di Amos Spa, società nata in Piemonte per offrire servizi sanitari. Amos attualmente è pubblica al 70%,ma lo diventerà completamente con l’arrivo delle aziende liguri che rileveranno il 30% in mano ai privati. Critico Lionello Ferrando lo è perché, secondo lui, la soluzione alle liste d’attesa la Regione Liguria avrebbe potuto trovarla in casa. «Al Villa Scassi fino al 2002, le apparecchiature come risonanza magnetica e tac funzionavano fino alle 11 di sera, sabato compreso. Avevamo messo a punto un sistema, chiamato Ala (abbattimento liste d’attesa), che era una specie di cottimo: il compenso extra ai radiologi era determinato in base alla loro produzione, tolti i costi di ammortamento dei macchinari e del materiale. Poi è cambiato il sistema di finanziamento, la produzione è stata penalizzata e contingentata, e Ala è stato abbandonato». Preoccupato per l’arrivo di Amos anche il sindacato Anaao: «Con i 3 milioni di euro che serviranno a rilevare le quote della società sostiene il segretario regionale Egidio Di Pede si potevano pagare gli stipendi di 50 radiologi per un anno o acquisire da quelli dipendenti 35 mila ore di prestazioni aggiuntive». Secondo Di Pede «nel 2005 una risonanza magnetica costava 50 euro pagati ai radiologi in attività fuori dal normale orario di lavoro, mentre ora la Regione pagherà ad Amos 120 euro per lo stesso esame».

[ Indietro ]