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Il Secolo XIX - Venerdì 13 luglio 2007 |
DITELO AL DIRETTORE L’idea degli indipendentisti? Sto leggendo con molto interesse la polemica che è sorta in questi giorni sul Limonte. Non credo che gli indipendentisti liguri vedano l’indipendenza soprattutto come una fuga dall’Italia. Penso invece che la vedano soprattutto come una voglia di responsabilità. Ritengo che vogliano rivedere le loro classi dirigenti tornare a essere protagoniste della storia. La Repubblica di Genova era un piccolo Stato repubblicano e senza esercito, in un mondo fatto già allora da grandi Nazioni (regni spagnolo, inglese, austriaco, francese, russo), ma usando benissimo le strategie economiche, ne era uno dei protagonisti. Padoa Schioppa, il giorno della laurea honoris causa in Economia a Genova che gli fu conferita l’8 ottobre 2004, dichiarò: «L’integrazione bancaria europea che stiamo cercando di realizzare è ben poca cosa rispetto a quello che realizzò Genova qualche secolo prima». Brudel ha scritto che il moderno capitalismo nasce a Genova. Una tale comunità ha potuto fare tutto questo perché era indipendente e aveva una classe dirigente di alto livello. Oggi la Repubblica di Singapore (una sorta di moderna Repubblica di Genova), “padrona” del nostro Porto di Voltri, riesce a fare tutto quello che fa proprio perché ha queste caratteristiche e non si lascia intimorire dai giganti cinese, indiano e indonesiano. Chi vieta a Genova (e alla Liguria), ritrovando i valori della sua civiltà, di riprendere quella strada interrotta solamente dalla soppressione che fu per altro illegittima come la storia insegna della sua indipendenza? Matteo Perasso e-mail |
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