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Il Secolo XIX - Venerdì 13 luglio 2007

 

DITELO AL DIRETTORE

Torino non sovrasti Genova
già accadde, e fu un disastro

Confesso che l’idea di unire il Piemonte alla Liguria non mi dispiacerebbe per nulla. Mi dispiacerebbe, come so che avverrà, se si unisse la Liguria al Piemonte. Più di tutto, trovo stupido e ignorante della storia il nome Limonte. Tanto per cominciare gran parte di quello che oggi chiamiamo Piemonte, Piedmont, ai piedi dei monti che indica oltretutto una sostanziale assenza di storicità legata al nome, dato da dominatori stranieri a una popolazione per la gran parte gretta, poco istruita e dimentica di fasti passati (Asti e Monferrato, a esempio) quel che oggi chiamiamo Piemonte, dicevo, era anticamente in gran parte compreso prima nella IX Regio Augustea “Liguria” e, successivamente, nelle tre marche dette “di Liguria” (Obertenga, Arduinica, Aleramica). Senza contare che i primi abitatori della zona racchiusa tra il Rodano, il Ticino e il Mediterraneo erano popolazioni liguri e celto liguri, per cui, semmai s’avesse da creare una macroregione del nord-ovest d’Italia, questa si dovrebbe chiamare “Liguria”. In secondo luogo, se oggi si unificassero Liguria e Piemonte, certamente seguendo una logica del tutto basata sulla legge del più grosso, la Liguria scomparirebbe, assorbita dal Piemonte. Questa esperienza è già stata fatta nel 1815 ed è risultata disastrosa per le nostre città, anche quelle che nutrivano speranze dall’annessione, come Savona e altre località del ponente, senza contare il golfo della Spezia devastato dalle opere portuali e il porto di Genova affossato. Oggi, se il governo dei porti liguri dipendesse da Torino, sarebbe il colpo di grazia, pochè come fa anche notare Renzo Piano, il porto di Genova per sopravvivere deve tornare a essere un porto-emporio, cosa che non sarebbe mai sotto il governo torinese: questo perché gli empori sarebbero tutti in Piemonte, gestiti da Torino e i porti sarebbero solo porte di servizio, senza frutto per la terra che li ospita. Terzo, l’unica condizione per la quale si potrebbe essere favorevoli sarebbe quella di tentare il mai realizzato: creare una macroregione con la capitale sul Mare, aperta al mondo e non ai Piè de Mont.

Filippo Noceti e-mail

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