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Il Secolo XIX - Sabato 14 luglio 2007

 

DITELO AL DIRETTORE

Sì alla fusione, no a Limonte
è un orrendo neologismo

Si è finalmente risvegliata, a livello ufficiale, l’ipotesi di fusione tra Liguria e Piemonte. I quotidiani che ne hanno riportato con grande evidenza la notizia, hanno coniato l’orrendo neologismo di Limonte (sic) con la solita superficialità con cui si affrontano giornalmente anche gli argomenti più seri. Non c’è da stupirsi se ricordiamo il Mito di Milano Torino e il Gemito di Genova Milano Torino, sigle di vecchie ipotesi di collegamento fra grandi centri del nord. Anche nella vicina Francia non scherzano con il Paca che vuol dire Provence Alpes Cote d’Azur. La fretta del computer e il freddo che ha invaso i cuori non sono più capaci, nemmeno nel coniare un neologismo con cui battezzare una nuova realtà territoriale, di dare a una patria più ampia, un nome più vero e, perché no, più bello e più poetico. Ma se i politici del giorno d’oggi sanno valutare, magari con grandi ritardi (comunque meglio tardi che mai) solo le esigenze economiche, a livello popolare la coscienza di tali esigenze pratiche è sempre esistita nei diversi aspetti dell’interscambio (commerciale, turistico, sportivo, familiare, religioso, culturale, militare, etnico). E, a quest’ultimo proposito, anche se non si dà più tanto peso all’aspetto etnico, noi Ligures (marittimi, montani e pedemontani) possiamo vantare la ligusticità dell’intero territorio ligure piemontese essendo storicamente accertato che, già prima dell’occupazione dei Romani, le tribù liguri si estendevano sino ai piedi del Monte Bianco (Liguri Salassi) e oltre. Nella parte più a nord ci fu addirittura una commistione con i celti, dando origine ai celto-liguri. I piemontesi non sono altro che i ligures pedemontani ossia quelli “ai pié del monte” (da cui piémonte e piémontesi), mentre quelli della costa erano appellati, appunto, col nome di marittimi e quelli della montagna col nome di montani. Ed è da questo livello che è nato, nell’imperiese, il Gruppo Alpazur attento da più di trent’anni alla “confrontation” con Nizza e a ricordare i tentativi, finora vani, di rafforzarsi unendosi al Piemonte per far fronte alla superiorità organizzativa delle Alpes Maritimes francesi. E questo nome (Alpazur) può oggi essere usato come sigla, quella di Alleanza Ligure Piemontese Azione Unità Regionale: non è forse più bello, più poetico e più godibile di quell’arido Limonte? O, caso mai, così come c’è la Regione Emilia Romagna, il nuovo neologismo potrebbe essere “Regione Liguria Piemonte” oppure “Regione Ligure Piemontese” (sempre rispettando l’ordine alfabetico) o, magari Regione Alpi Occidentali, lasciando Alpazur in attesa di servire per denominare l’Euroregione futura formata anche da Coted’Azur e Savoia. Tutto va bene. Ma mai Limonte.

Enrico Berio Sanremo
coordinatore Gruppo Alpazur

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