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Il Secolo XIX - Venerdì 27 luglio 2007

 

SANITA’

Sindacati sul piede di guerra
«Rivedere l’operazione Amos»

GENOVA. «Lo sbarco selvaggio di Amos» non piace ai sindacati. Non all’Anaao (che raggruppa i medici ospedalieri) che nei giorni scorsi ha inviato una lettera aperta all’assessore alla Salute Claudio Montaldo chiedendo di ripensare l’operazione. E neppure alla Cgil, reduce da una serie di incontri piemontesi per raccogliere dritte e informazioni sulla società per azioni che, partecipata al 70% da alcune aziende sanitarie locali, è stata l’artefice dell’azzeramento (o quasi) delle liste d’attesa soprattutto a Cuneo e Fossano. «Francamente ci sfugge la logica sanitaria che induce all’introduzione di un soggetto terzo per rispondere all’abbattimento delle liste d’attesa si legge nella lettera dell’Anaao Noi abbiamo macchine ferme e professionisti disponibili a riempire gli spazi vuoti. Per migliorare il servizio basterebbe attivarsi, come venne fatto tra il 2000 e il 2002, quando siamo riusciti a ridurre le attese a 10 giorni». Egidio Di Pede, segretario regionale di Anaao, aggiunge: «Alla Regione chiediamo di verificare se con le risorse interne non sia possibile, anche attraverso assunzioni mirate, far fronte al problema delle liste d’attesa. Lo sappiamo tutti che i radiologi sono merce rara, mancano. Motivo di più questo per programmare l’acquisto delle nuove apparecchiature tenendo conto del numero degli specialisti». Nei giorni scorsi anche la Cgil ha fatto qualche passo per inquadrare Amos Spa, che lavora soprattutto a Cuneo, Fossano, Saluzzo, Savigliano e Asti. «La nostra domanda è: se funziona così bene perché non sono state le altre Asl piemontesi a subentrare nel 30% di azioni che i privati sono costretti a cedere? - si domanda Eugenio Leri - È dal 2004 che i sindacalisti piemontesi lottano, ma sembra che Amos abbia appoggi bipartisan, è nata quando in Piemonte governava il centro destra di Ghigo e ora che c’è Bresso le cose non cambiano».

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