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la Repubblica (inviato e non pubblicato) - Lunedì 31 maggio 2010 |
Sempre NO al Limonte! Franco Bampi Leggo con disappunto quanto l’amico e collega prof. Vittorio Coletti scrive su “la Repubblica” del 30 maggio. È più forte di me: la sola idea del Limonte mi fa venire l’orticaria! Al di là dei giudizi personali che Coletti dà sul leghismo, ciò che non è chiaro è cosa sia per Coletti il Limonte. Se il Limonte è stabilire dei rapporti commerciali con il Piemonte, allora non ho alcuna obiezione. Se invece si intende un’inutile unione amministrativa (delle due regioni se ne fa una sola) allora sono contrarissimo. Ha ragione Coletti a dire che le antiche repubbliche marinare (e di sicuro Genova) avevano un innato cosmopolitismo commerciale e non solo commerciale. Ha pure ragione quando si lamenta delle seconde case dei finti residenti piemontesi. Ma sbaglia quando afferma che il Piemonte e stato “da sempre” (sic!) punto di riferimento culturale ed economico. Il Piemonte, o meglio, i Savoia sono stati i nemici storici di Genova: quelli che hanno fatto dire a Teofilo Ossian De Negri che l’unione col Regno di Sardegna era la “di tutte più odiosa”. Fu un piemontese di Biella, Alfonso La Marmora ad abbandonare Genova al sacco dei bersaglieri, come riconosce una lapide fatta apporre a Corvetto dal Comune di Genova. Fu un piemontese di Alessandria, Urbano Rattazzi, che ci sottrasse terre liguri da secoli, il Novese, e che oggi chiamiamo “basso Piemonte” mentre sono “alta Liguria”. Perché avvilire la storia invocando un’unione delle due regioni? Se mai, e qui mi rivolgo a Burlando che ama citare le glorie trascorse della nostra Repubblica marinara, si faccia un accordo tra Piemonte, Lombardia e Liguria (magari aggiungendo la Lunigiana) per offrire la portualità ligure al nostro ampio retroterra naturale, ricordando che già alla fine del Milleduecento l’Anonimo genovese affermava che Genova è la porta della Lombardia. E io non ho nessun dubbio che tutto questo sarebbe di gran lunga più semplice se la Liguria iniziasse il cammino per ritornare indipendente, avendone tutti i diritti, senza farsi prendere in giro da una sentenza del Tar. |
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