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Il Secolo XIX
Domenica 18 giugno 2006

Il principe Pallavicino ospitò i Savoia a Genova

«Non mi sembra abbia una mente criminale»


I Savoia con Domenico Pallavicino, a Genova, il 2 maggio

Genova. «Cado dalle nuvole. E credo che anche il prefetto e il questore cadano dalle nuvole. Se non lo sapevano loro che c’era un’inchiesta aperta, si figuri come facevo a saperlo io».

Poche parole, al telefono, per esprimere lo sconcerto che ha suscitato la decisione del magistrato Henry John Woodcock di arrestare Vittorio Emanuele di Savoia. Domenico Pallavicino è il principe genovese che il mese scorso ha inviato a Genova e poi ha ospitato la famiglia Savoia a casa sua. Una tre giorni ricca di appuntamenti e ricevimenti ufficiali, con la scorta costante, anche se discreta, della Digos.

I Savoia a Genova sono stati ricevuti in visita ufficiale dal sindaco, Giuseppe Pericu, che tuttavia aveva diffuso un comunicato nel quale precisava «di aver esaudito un loro desiderio». Vittorio Emanuele di Savoia e la consorte Marina Doria, poi, erano stati ricevuti insieme al principe Pallavicino, al principe romano Carlo Giovannelli, a Guky Polleri, Stefano Pietrafaccia, dal prefetto Giuseppe Romano. L’ultima sera, il principe Pallavicino ha aperto le porte di casa per un ricevimento di alta classe, a partire dal buffet, che era stato definito dagli ospiti «suntuoso e impeccabile», uno degli avvenimenti mondani genovesi più importanti degli ultimi anni. Un party durante il quale, il principe Pallavicino aveva voluto presentare personalmente ai Savoia tutti i suoi ospiti. L’altra sera la notizia dell’arresto di Vittorio Emanuele è arrivata come un fulmine a ciel sereno.

«La cosa ha dell’incredibile afferma Pallavicino perché normalmente, fatti gravi, sono preceduti da voci. Nel caso di Tanzi lo sapevano in molti, a partire da Beppe Grillo, nel caso di Moggi la Juve era chiacchierata e, per restare nella mia famiglia, anche nel caso di mio cugino Cattaneo Adorno si sapeva che poteva accadere qualcosa. Di Vittorio Emanulele no».

Pallavicino è andato diverse volte a trovare i Savoia in Svizzera, ha discreta confidenza con Vittorio Emanuele. «Non mi pare ha detto che Vittorio Emanuele abbia un’intelligenza criminale».

Claudio Caviglia

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