Il diploma è uguale per tutti
anche se sono extracomunitari
Genova. Il cittadino straniero residente in Italia, laureato o diplomato
nel nostro Paese, ha gli stessi diritti - in campo lavorativo - di tutti i cittadini
italiani. Anche nel settore pubblico. Lo ha stabilito il Tar bocciando l'esclusione
da un concorso di un giovane infermiere maghrebino, da 13 anni residente in Italia
e diplomato alla scuola infermieri dell'ospedale Galliera. E una sentenza innovativa
perché apre agli stranieri (in possesso dei requisiti) i concorsi pubblici di ogni
settore: scuola, forze dell'ordine, magistratura, enti locali.
A bocciare Rehhal Oudghough, 33 anni, era stata (curiosamente) un'opera "Pia": la
Devoto Marini Sivori di Lavagna. Rehhal aveva presentato la domanda per partecipare
a un concorso (il terzo della serie) per l'assunzione di un infermiere professionale
dopo avere già lavorato con un contratto a termine all'Istituto Chiossone di Genova.
Ma non era stato ammesso. Perché extracomunitario. Quindi non cittadino. Rehhal che
è anche componente dell'associazione "Città Aperta", non si è perso d'animo. Il suo
caso è prima sbarcato in parlamento, poi c'è stato il ricorso al Tar Ligure con
l'avvocato genovese Roberto Faure. Il Tar gli ha dato ragione. La legge del '98,
hanno osservato i giudici, sancisce i diritti dei lavoratori e dei cittadini
stranieri in Italia «stabilendo la piena parità di trattamento e l'eguaglianza
di diritti rispetto ai lavoratori italiani». I giudici liguri (presidente Santo
Balba, Raffaele Prosperi e Giuseppe Sapone) hanno poi evidenziato: «Non si vede
quale interesse fondamentale e inderogabile della collettività possa essere leso
dal consentire la partecipazione dello straniero a pubblici concorsi per la
copertura di posti che, per esplicita previsione, non possono essere riservati in
via esclusiva a cittadini italiani». La conclusione è ulteriormente chiarificatrice:
«il tribunale osserva che la preclusione in questione risulta essere ancora più
ingiustificata con riferimento all'attuale fase normativa in cui si assiste ad
un'estesa privatizzazione del rapporto di pubblico impiego».
Soddisfatto Rehhal: «È una sentenza importante - ha detto - apre la possibilità a
tutti gli stranieri diplomati o laureati in Italia di accedere agli impieghi più
qualificati anche nel settore pubblico».
Marcello Zinola
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