Dopo il centro storico sono concentrati tra Cornigliano e
Voltri i maggiori insediamenti cittadini provenienti dai paesi più lontani
Il Ponente parla straniero
Gli extracomunitari emigrano in periferia
Non più solo centro storico. L'immigrazione extracomunitaria ha scoperto da qualche
anno i quartieri di periferia. E in particolare quelli del ponente. Un flusso che è
iniziato in sordina da qualche anno per poi ingrossarsi e che oggi non accenna a
fermarsi. Sono state scelte personali, quelle del trasferimento: dopo i primi anni di
"approdo" nella città vecchia, col regolarizzarsi burocratico di molte posizioni
individuali, molti singles sono stati raggiunti dai familiari. Ed hanno cercato una
sistemazione più stabile, più confortevole. Ma ci tengono a sottolineare che si è
trattato di decisioni spontanee, lamentandosi di quanti, ancora oggi, dai "caruggi"
li vorrebbero allontanare per altre ragioni.
Di questa precisazione si fa portavoce Modou Kangji, senegalese e direttore dei
Servizi Immigrazione del Comune: «Non è giusto affermare che dobbiamo andarcene dal
centro storico. Se poi ciò si realizza, dev'essere perché lo ha deciso l'interessato,
poiché ognuno dev'essere libero di scegliere il quartiere in cui vivere. Certo, il
concentramento nella città vecchia è oggettivamente altrettanto sbagliato. Ma troppo
spesso ci si dimentica perché la gran parte degli extracomunitari sia finita nel
centro storico e solo recentemente abbia cominciato a guardare altrove, cercando
altre sistemazioni».
Per Kangji, il fenomeno degli spostamenti degli immigrati all'interno della cinta
urbana di Genova trova invece spiegazioni per così dire storiche. «Bisogna rammentare
- osserva - che solo adesso ci si lamenta del disagio portato dagli immigrati in
quello che ora viene definito come il centro storico più bello d'Europa. In realtà,
quando i primi extracomunitari arrivarono a Genova, agli inizi degli anni Ottanta,
quel centro storico era ripudiato dai genovesi e dagli immigrati italiani, ed era la
zona della città di minor valore. Logico che il flusso di chi arrivava si concentrasse
in gran parte lì, dove nessuno voleva restare e che nessuno definiva né bello né di
pregio».
Rimane la constatazione di insediamenti sempre più frequenti in periferia, e
segnatamente nel ponente cittadino, tra Cornigliano e Voltri. «Una tendenza - spiega
Paolo Arvati, direttore dell'Ufficio Statistica del Comune - che è iniziata tra il
'96 e il '97 e che è in continua crescita. A favorirla sono stati diversi fattori,
in primis i prezzi più accessibili delle abitazioni. Dal nostro punto di osservazione,
che guarda soprattutto all'aspetto demografico, possiamo osservare che a Ponente sono
andati ad abitare soprattutto persone giovani, e che i loro nuclei familiari hanno
rapidamente assorbito, come sempre accade, anche i "modi comportamentali" del tessuto
sociale in cui si sono venuti a trovare. Il primo dato che balza agli occhi e la
composizione delle famiglie che ora hanno uno o al massimo due figli. Quanto alle
provenienze, gli ecuadoriani sono in netta prevalenza a Cornigliano e Sestri, oltre
che in Val Polcevera, mentre a Pegli, Prà e Voltri, sia pure di poco (e su cifre
sensibilmente più basse per i prezzi più alti delle case) guidano la graduatoria i
marocchini, con gli ecuadoriani a ruota».
Federico Buffoni
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