Il Ponente parla straniero
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Il Secolo XIX Giovedì 31 maggio 2001

Dopo il centro storico sono concentrati tra Cornigliano e Voltri i maggiori insediamenti cittadini provenienti dai paesi più lontani

Il Ponente parla straniero

Gli extracomunitari emigrano in periferia

Non più solo centro storico. L'immigrazione extracomunitaria ha scoperto da qualche anno i quartieri di periferia. E in particolare quelli del ponente. Un flusso che è iniziato in sordina da qualche anno per poi ingrossarsi e che oggi non accenna a fermarsi. Sono state scelte personali, quelle del trasferimento: dopo i primi anni di "approdo" nella città vecchia, col regolarizzarsi burocratico di molte posizioni individuali, molti singles sono stati raggiunti dai familiari. Ed hanno cercato una sistemazione più stabile, più confortevole. Ma ci tengono a sottolineare che si è trattato di decisioni spontanee, lamentandosi di quanti, ancora oggi, dai "caruggi" li vorrebbero allontanare per altre ragioni.

Di questa precisazione si fa portavoce Modou Kangji, senegalese e direttore dei Servizi Immigrazione del Comune: «Non è giusto affermare che dobbiamo andarcene dal centro storico. Se poi ciò si realizza, dev'essere perché lo ha deciso l'interessato, poiché ognuno dev'essere libero di scegliere il quartiere in cui vivere. Certo, il concentramento nella città vecchia è oggettivamente altrettanto sbagliato. Ma troppo spesso ci si dimentica perché la gran parte degli extracomunitari sia finita nel centro storico e solo recentemente abbia cominciato a guardare altrove, cercando altre sistemazioni».

Per Kangji, il fenomeno degli spostamenti degli immigrati all'interno della cinta urbana di Genova trova invece spiegazioni per così dire storiche. «Bisogna rammentare - osserva - che solo adesso ci si lamenta del disagio portato dagli immigrati in quello che ora viene definito come il centro storico più bello d'Europa. In realtà, quando i primi extracomunitari arrivarono a Genova, agli inizi degli anni Ottanta, quel centro storico era ripudiato dai genovesi e dagli immigrati italiani, ed era la zona della città di minor valore. Logico che il flusso di chi arrivava si concentrasse in gran parte lì, dove nessuno voleva restare e che nessuno definiva né bello né di pregio».

Rimane la constatazione di insediamenti sempre più frequenti in periferia, e segnatamente nel ponente cittadino, tra Cornigliano e Voltri. «Una tendenza - spiega Paolo Arvati, direttore dell'Ufficio Statistica del Comune - che è iniziata tra il '96 e il '97 e che è in continua crescita. A favorirla sono stati diversi fattori, in primis i prezzi più accessibili delle abitazioni. Dal nostro punto di osservazione, che guarda soprattutto all'aspetto demografico, possiamo osservare che a Ponente sono andati ad abitare soprattutto persone giovani, e che i loro nuclei familiari hanno rapidamente assorbito, come sempre accade, anche i "modi comportamentali" del tessuto sociale in cui si sono venuti a trovare. Il primo dato che balza agli occhi e la composizione delle famiglie che ora hanno uno o al massimo due figli. Quanto alle provenienze, gli ecuadoriani sono in netta prevalenza a Cornigliano e Sestri, oltre che in Val Polcevera, mentre a Pegli, Prà e Voltri, sia pure di poco (e su cifre sensibilmente più basse per i prezzi più alti delle case) guidano la graduatoria i marocchini, con gli ecuadoriani a ruota».

Federico Buffoni

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