Mentre Fioriolli parlava al microfono della sala riunioni al terzo piano dell'edificio di via Diaz, i suoi agenti erano in viaggio verso Bologna con il gruppo dei primi quattordici albanesi espulsi del nuovo corso: dodici uomini e due donne, tutti tra i 20 e i 25 anni, responsabili di reati come sfruttamento della prostituzione, traffico di stupefacenti,furti e rapine, fermati giovedì notte nel corso di un controllo esteso ai quartieri del ponente cittadino. Un primo viaggio «a cui seguiranno nuovi controlli a tappeto e altre partenze», ha annunciato il questore. Obiettivo numero uno i cosiddetti clandestini, ma anche gli extracomunitari con permesso di soggiorno saranno prossimamente passati al setaccio. Ogni cittadino straniero regolarmente a Genova ma con la fedina penale "sporca", riceverà nei prossimi giorni un avviso orale del capo della polizia: «Se righerà dritto potrà continuare a stare nella nostra città — traduce il provvedimento Oscar Fioriolli — altrimenti sarà avviata la procedura di espulsione».
Insieme ai quattordici già rimpatriati, con un volo aereo Bologna-Tirana, ci sono altri dieci albanesi fermati l'altra notte in procinto di lasciare l'Italia: sono irregolari ma incensurati. Sono stati intimati a rimpatriare e avranno quindici giorni di tempo. Se non lo faranno e saranno trovati dalla polizia ancora a Genova a termine scaduto, scatterà la stessa procedura che ha riguardato i loro quattordici connazionali, in viaggio per l'Albania in compagnia di un gruppo di agenti. Il problema è che dall'intimazione a espatriare quasi sempre si passa direttamente alla clandestinità, per la mancanza di un centro di temporanea permanenza sul modello di quello presente in città come Milano. Un centro di questo genere è tra gli obiettivi dello stesso capo della polizia genovese: «Se ci fosse, gli stranieri espulsi sarebbero obbligati ad alloggiarvi in attesa di lasciare definitivamente il Paese. Non ci sarebbero più alibi», aveva dichiarato al Secolo XIX Fioriolli, qualche giorno fa. Su questo argomento sono già fioccate reazioni contrastanti nel mondo politico e sociale. Proprio con le associazioni e gli enti che si occupano dei cittadini extracomunitari a Genova, il nuovo questore affronterà l'altra faccia della medaglia del problema immigrazione: «È necessario cercare di aiutare tutti i soggetti che lavorano all'integrazione degli stranieri regolari, per i quali dobbiamo nutrire il massimo rispetto. Per prima cosa occorrerà restringere i tempi per le pratiche necessarie al soggiorno in Italia e rendere più umane le procedure per la richiesta dei permessi». Bisognerà «rivoluzionare il sistema», per usare l'espressione testuale di Fioriolli, per dare più celerità agli ingressi. E alle espulsioni. Graziano Cetara [ Indietro ] |