Alla Spezia suscita commenti l'iniziativa di una insegnante
per non mettere a disagio il nuovo venuto
E la Curia esprime disappunto
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La preside non condivide:
«Il cristianesimo è
tollerante ma tiene alla
sua identità.Accogliere li
altri è doveroso ma senza
rinunciare ai propri
principi»
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La Spezia. Arriva per la prima volta a scuola un bambino musulmano. E in
classe l'insegnante, per non turbarlo, sceglie di staccare il crocifisso dalla parete:
perché, spiega ai ragazzi, al mondo ci sono tante religioni. Ed è giusto che ognuno
professi la sua.
È avvenuto in una scuola media della città, nel quartiere di Melara. I bambini
hanno accolto con serenità il nuovo compagno, e ascoltato con attenzione l'invito alla
tolleranza dell'insegnante: ma a casa il racconto di quel crocifisso staccato ha
provocato qualche perplessità fra i genitori. E un padre ha telefonato al Secolo XIX:
«È vero che viviamo in una società sempre più aperta e multietnica — ha detto — ma non
per questo dobbiamo venire meno ai principi della nostra religione, o nasconderli. Non
avverrebbe questo, se fossimo noi ad andare in una regione dell'Islam. La cronaca ci
mostra che il clima è sempre più pesante, in certe aree intolleranti del mondo. Sta
bene la tolleranza, ma anche esagerare...».
L'episodio ha aperto una discussione profonda, anche se la direzione cui fa capo
la scuola, ufficialmente, dichiara di non esserne al corrente: «Nelle nostre medie
i crocifissi sono al loro posto. Se in qualche aula non ci sono, è perché gli arredi
sono vecchi, e può essere che qualcosa manchi, ma è l'unica ragione — esclude la
preside della Cattaneo-Cervi-Fontana, Gabriella Tartarini — Non mi risulta sia
avvenuto niente del genere. Oltretutto le iniziative, specie se rilevanti, devono
essere confrontate con gli organi collegiali, prima di essere attuate. Dunque mi
sento di escluderlo: personalmente non condividerei una decisione di questo genere.
Ognuno ha la sua religione, il cristianesimo è tollerante, ma giustamente tiene
alla sua identità: accogliere gli altri è doveroso, ma senza rinunciare ai propri
principi».
Il caso ha fatto rapidamente il giro della città, suscitando una coda di polemiche
pro e contro il gesto della professoressa in un momento storico in cui, dopo gli
attentati terroristici alle Twin Towers, la situazione internazionale è estremamente
delicata.
E gli ambienti della curia spezzina non hanno nascosto il loro disappunto sulla
decisione dell'insegnante. Sulla solidarietà espressa dalla professoressa al bambino
musulmano, negli stessi ambienti vicini alla curia è stato fatto presente che è
sicuramente positivo cercare il dialogo tra le religioni ma non vi è alcun motivo
di togliere un crocifisso dall'aula dove la maggioranza degli studenti è di religione
cristiana.
Sempre in tema di tolleranza e spirito di accoglienza, alla Spezia c'è un
precedente catalogato più che altro come un episodio curioso. Due anni fa la presenza
di un bambino musulmano in una classe elementare cittadina aveva creato qualche
problema. Il bambino, infatti, non accettava di eseguire quanto disposto dalle
insegnanti donne. Per risolvere la situazione e consentire il regolare svolgimento
delle lezioni con minor disagio possibile, il direttore didattico aveva quindi
richiesto l'intervento di una figura esterna. Una sorta di "interprete ",
maschio, che riportava le disposizioni delle insegnanti nella lingua d'origine
dell'allievo.
R.S.
Un'aula scolastica
negli anni '80. La successiva revisione concordataria
ha allargato i margini di discrezionalità sulle questioni attinenti
l'insegnamento della religione
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