Aperta al Cep di Prà
la prima biblioteca islamica
La Biblioteca Firpo, al Cep di Prà, si è dotata di un primo blocco i volumi in
lingua araba. L'iniziativa (si tratta di 41 libri, del valore complessivo di un
milione, acquistati alla libreria Nima di Roma, specializzata nel settore) rientra
nel progetto di integrazione etnica lanciato al Consorzio Pianacci, in collaborazione
con la circoscrizione Ponente e la "Firpo", e che ha già portato alla
concessione di un ampio locale in via Salvemini, destinato al culto e ad attività
didattiche di alfabetizzazione della comunità islamica del quartiere. I nuovi libri
in arabo saranno presentati mercoledì, con una festa a cui interverrà anche una
delegazione della comunità islamica genovese. «Un segnale importante - commenta Carlo
Besana, presidente del Consorzio Pianacci - perché se nel mondo succede quel che
succede noi qui conosciamo fortunatamente una realtà di segno del tutto opposto
fatta di amicizia e rispetto reciproco, tra gli italiani e le cento persone
appartenenti alla comunità islamica». Si tratta, nel caso del Cep, di nuclei
familiari, che comprendono una trentina di bambini e ragazzi iscritti alla scuola
dell'obbligo. «Ma il rischio - aggiunge Sabina Carlini, direttrice della Biblioteca
Firpo - era che questi ragazzi, pur avanzando nel percorso di integrazione con i
loro coetanei italiani, perdessero le loro radici culturali e per assurdo
diventassero stranieri nei confronti dei loro parenti rimasti nei Paesi di origine.
Ecco perché questi libri, prevalentemente di narrativa, sono importanti: saranno
un motivo di più per accrescere ancora la loro frequentazione alla Biblioteca, che
già è notevole, visto che molti di loro vengono qui ogni giorno a studiare e a
fare i compiti scolastici».
Il progetto del Consorzio Pianacci, dunque, va avanti nel segno della concretezza
e dei momenti di aggregazione, così come lo fu quell'8 marzo in cui fu presentato
agli abitanti del Cep. «Perché per realizzare amicizia e integrazione autentiche
- conclude Besana - è più utile una giornata come quella che dieci convegni».
Federico Buffoni
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