Piccoli stranieri
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Il Secolo XIX Domenica 4 novembre 2001
il MAGISTRATO

«I piccoli stranieri?
Una realtà sfuggente»

Per il presidente del tribunale per i minori, Anna Maria Faganelli, il mondo dei minori stranieri che vivono nei vicoli è una realtà sfuggente, senza alcun vero controllo. «Non sappiamo quanti sono e come vivono - dice - non sono censiti».

Vanno a scuola?

«Una parte sì, molti frequentano l'elementare "Baliano ". Ma c'è un andirivieni continuo, è inutile nascondere che non riusciamo a intervenire in maniera incisiva né con gli stranieri, né con gli zingari».

Sono situazioni diverse?

«Profondamente. I nomadi sono in massima parte utilizzati per compiere furti, tra gli extracomunitari c'è una buona percentuale di regolari. Sudamericani, nordafricani, hanno attività diverse, è ovvio che il destino dei bambini dipende da quello dei genitori».

Il mercato delle sostanze stupefacenti, sempre più spesso, si serve anche dei ragazzini. I bambini si trovano, loro malgrado, a vivere in ambienti dove si spaccia o si consuma la droga.

«Venire a contatto con la droga è comunque una condizione di grave rischio. Non conosco direttamente la vicenda del bambino di cinque anni di via del Campo: bisognerà accertare la situazione familiare, valutare per decidere un eventuale allontanamento o un affido al Comune ».

Vuol dire metterlo in una comunità?

«Non necessariamente, quando è possibile i bambini rimangono nella loro casa con un controllo in più. Il Comune può decidere di mandare degli educatori per due o tre volte alla settimana, in modo che i piccoli siano seguiti e aiutati nei compiti e nello studio. Abbiamo molte esperienze di questo tipo e in parecchi casi, dopo qualche tempo, la situazione si è normalizzata».

E il ragazzo che dice di avere undici anni e non ha parenti in Italia?

«È molto probabile, che sia necessario mandarlo in una comunità. Sono proprio i ragazzini soli come lui quelli più a rischio, più facilmente risucchiati dalla malavita».

B. V.

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