«I piccoli stranieri?
Una realtà sfuggente»
Per il presidente del tribunale per i minori, Anna Maria Faganelli, il mondo
dei minori stranieri che vivono nei vicoli è una realtà sfuggente, senza alcun
vero controllo. «Non sappiamo quanti sono e come vivono - dice - non sono
censiti».
Vanno a scuola?
«Una parte sì, molti frequentano l'elementare "Baliano ". Ma c'è
un andirivieni continuo, è inutile nascondere che non riusciamo a intervenire
in maniera incisiva né con gli stranieri, né con gli zingari».
Sono situazioni diverse?
«Profondamente. I nomadi sono in massima parte utilizzati per compiere furti,
tra gli extracomunitari c'è una buona percentuale di regolari. Sudamericani,
nordafricani, hanno attività diverse, è ovvio che il destino dei bambini dipende
da quello dei genitori».
Il mercato delle sostanze stupefacenti, sempre più spesso, si serve anche
dei ragazzini. I bambini si trovano, loro malgrado, a vivere in ambienti dove
si spaccia o si consuma la droga.
«Venire a contatto con la droga è comunque una condizione di grave rischio.
Non conosco direttamente la vicenda del bambino di cinque anni di via del Campo:
bisognerà accertare la situazione familiare, valutare per decidere un eventuale
allontanamento o un affido al Comune ».
Vuol dire metterlo in una comunità?
«Non necessariamente, quando è possibile i bambini rimangono nella loro casa
con un controllo in più. Il Comune può decidere di mandare degli educatori per
due o tre volte alla settimana, in modo che i piccoli siano seguiti e aiutati
nei compiti e nello studio. Abbiamo molte esperienze di questo tipo e in parecchi
casi, dopo qualche tempo, la situazione si è normalizzata».
E il ragazzo che dice di avere undici anni e non ha parenti in Italia?
«È molto probabile, che sia necessario mandarlo in una comunità. Sono proprio
i ragazzini soli come lui quelli più a rischio, più facilmente risucchiati dalla
malavita».
B. V.
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